Annalisa Minetti racconta la sua malattia: «Mi sentivo persa, poi mio padre mi ha detto di trasformare il buio in luce»
Annalisa Minetti si è da poco laureata con 110 e lode in Scienze Motorie. A 47 anni dice che voleva essere credibile non raccontare lo sport che gli ha dato tanto: «Voglio divulgarne i benefici, dimostrare quanto è fondamentale per i ragazzi. Per farlo al meglio ho bisogno di una laurea. Adesso penso al dottorato e ho già frequentato un master». Minetti è stata finalista a Miss Italia e vincitrice del Festival di Sanremo nel 1998, oltre che medaglia paralimpica e mondiale nell’atletica leggera. Anche se ha retinite pigmentosa e degenerazione maculare. E a 18 anni ha perso la vista. «I sintomi erano iniziati a 12, purtroppo sono stati sottovalutati. Per i medici erano un eccesso di preoccupazione di mamma e papà nei miei confronti».
La malattia
Il racconto prosegue: «Eravamo quattro fratelli, uno dei quali con un ritardo cognitivo, secondo loro questo aveva aumentato il livello di ansia verso i figli. A 16 anni nascondevo il problema, vedevo sempre meno, mi ingegnavo per non farlo capire. Andavo a scuola a piedi, il tragitto diventava ogni giorno più faticoso. Mi appiccicavo alle compagne che facevano la stessa strada, la loro voce mi guidava. Poi mi sono fatta regalare uno dei primi cellulari e fingevo di stare al telefono, la gente, vedendomi andare a sbattere, avrebbe dato la colpa alla distrazione. A 18 anni ho dovuto fare una visita medica specifica perché non ero più in grado di sostenere lo studio da sola senza un aiuto ed era necessaria una certificazione per l’esame di maturità. La malattia era all’ultimo stadio, poco dopo sono diventata cieca».
La cecità
Quando lo ha scoperto «mi sentivo persa, finita. Mio padre mi spronò: “Al posto di dire perché proprio a me pensa perché non a me. Trasforma questo buio in luce”. L’ho fatto, ho coltivato la mia grande passione: la musica. Una sera, mentre mi esibivo in un locale, un’agente mi ha chiesto se fossi interessata alle selezioni di Miss Italia». Poi spiega perché ha lasciato il mondo della musica: «Non mi piego alle mode del momento. Amo il jazz, la melodia, non le barre del rap. Ho provato più volte a partecipare a Sanremo con pezzi forti, ma non mi hanno presa. Canto ancora, ma, a un certo punto della mia carriera, lo sport è diventato tutto».
Il corpo
L’ultima riflessione: «Il mio corpo mi ha tolto e mi ha dato. Sono pure madre di due figli, Fabio, 16 anni, ed Elèna, 6 anni. Per tanti non avrei nemmeno dovuto averli perché sono cieca, ma una madre vede con il cuore. Li ho cresciuti con aiuti preziosi, su tutti i miei genitori e una tata, e con l’istinto». Ma non ha paura del tempo che passa: «Non so più come sono, posso solo immaginarmi. L’ultima volta in cui mi sono vista allo specchio ero una ragazza. Non ho percezione delle mie rughe. So che esistono, eppure mi sento più bella di quando avevo 20 anni e in tanti me lo confermano. Conosco il corpo, i miei muscoli, meglio del volto».