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Elly Schlein dopo il risultato delle Elezioni comunali: «Meloni non accetta la sconfitta e La Russa non ha senso delle istituzioni»

25 Giugno 2024 - 13:35 Felice Florio
Conferenza stampa al Nazareno per la segretaria del Pd, insieme al responsabile Enti locali del partito Davide Baruffi

Al commento di ieri, quando lo spoglio doveva ancora concludersi, Elly Schlein ha fatto seguire una conferenza stampa per commentare l’esito delle amministrative. Oggi, 25 giugno, ha dato appuntamento ai giornalisti nella sede del Nazareno. Entrata in sala insieme al responsabile Enti Locali del partito, Davide Baruffi, la segretaria ha esordito con una battuta calcistica: «Abbiamo sofferto un po’, ma non abbiamo mai smesso di crederci». E subito dopo: «Grazie Zaccagni e speriamo in sabato prossimo. Forza azzurri». L’ironia ha poi lasciato il passo all’analisi dei risultati elettorali, approfondita da Baruffi. A Schlein, invece, è spettato il commento politico del post ballottaggi. E risponde all’ipotesi lanciata da Fratelli d’Italia – in primis da Ignazio La Russa – di cambiare le regole per l’elezione del sindaco.

La proposta di FdI di cambiare la legge sulle elezione amminsitrative

«Non è che quando si perde si aboliscono le elezioni. Non si scappa con il pallone in mano, a differenza di quello che ha detto ieri La Russa», ha detto la leader del Partito democratico. «Non è colpa degli elettori se la destra ha perso, è colpa loro. Noi non ci stiamo. E troviamo grave e sconveniente che la seconda carica dello Stato parli di cambiare le regole a pochi minuti dalla sconfitta, manca il senso delle istituzioni». Le ha fatto eco Baruffi: «Sarebbe utile che la destra, poche ore dopo la sconfitta, non traesse la lezione che si debba cambiare le regole. Che lo faccia la seconda carica dello stato è inglorioso. Se pensano di scardinare anche queste regole troveranno un muro». Anche Giovanni Donzelli, responsabile dell’Organizzazione di Fratelli d’Italia, ha abbracciato la proposta di La Russa, poiché – a suo dire – oggi «c’è un meccanismo che rischia di distorcere la volontà dell’elettore».

Il “calcolo Donzelli” viene smontato da Baruffi

Inoltre, Donzelli ha affermato di «non capire l’entusiasmo della sinistra» per i ballottaggi perché, secondo lui, «ha vinto il centrodestra». Anche su questo punto è arrivata la risposta di Schlein. La segretaria ha detto che nel Pd «si sono Interrogati sui numeri di Donzelli, ma il suo conto è sbagliato perché noi abbiamo strappato alla destra 6 capoluoghi tra primo e secondo turno e ne abbiamo persi 3 in loro favore: Lecce, Rovigo e Verbania, in realtà quel “4-3” ribalta la realtà, come sempre fa la destra». Schlein ha poi offerto «la disponibilità di Baruffi per spiegare a Donzelli come sono andate le elezioni». Pallottoliere alla mano, il responsabile Enti locali ha ricordato che «il centrosinistra è passato da 13 a 17 sindaci – nei capoluoghi – mentre il centrodestra è calato da 12 a 10. Capita di dover difendere il bidone anche quando è vuoto».

L’attacco a Meloni: «Difficile per lei accettare la sconfitta e parla di altro»

La segretaria non ha risparmiato anche Giorgia Meloni dalle critiche. La presidente del Consiglio, all’indomani del voto, ha deciso di non commentare i risultati né di parlare in una conferenza stampa. Ha solo pubblicato un video sui social – con preghiera di condivisione rivolta ai follower – in cui ha attaccato le opposizioni sul tema dell’autonomia differenziata. Ha accusato «la sinistra» di usare «toni da guerra civile». Schlein: «Ditemi voi se questi sono toni da guerra civile, non so a chi si riferisca Meloni, ma noi stiamo facendo una battaglia su argomenti di merito. Capisco che sia difficile accettare la sconfitta sonora e il tentativo di parlare di altro, ma non si riferisca a noi, non sono mai stati i nostri toni».

«Testardamente unitari»

La segretaria Dem ha rivendicato lo «6 a 0 tennistico nei capoluoghi di Regione», una vittoria «straordinaria per il Pd e per il campo progressista». La conferenza stampa le ha fornito l’occasione di ribadire il concetto del «testardamente unitari», riferito al campo largo di tutte le opposizioni che auspica Schlein. «Il risultato ci dà slancio e speranza per il lavoro che ci aspetta e che dimostra che lavorando uniti le destre si possono battere». Dialogo aperto con gli altri partiti di opposizione, dunque, soprattutto su temi come autonomia, istruzione e salute: «Ci parliamo tutti i giorni, anche in queste ore per congratularci delle vittorie. Ci parliamo in Parlamento dove incrociamo le proposte, e ci parliamo nel Paese».

L’appello alle opposizioni «per battere le destre»

Schlein non ha nascosto, però, che per il suo partito vede un ruolo centrale nelle eventuali coalizioni di opposizione che si formeranno in futuro: «Tutte le forze alternative alla destra devono provare a trovare convergenze. Un dato è certo, il Pd è il perno indiscusso alla costruzione dell’alternativa. Le altre forze sono per noi interlocutori importanti, lo è il M5s e Giuseppe Conte, nelle reciproche differenze. Le differenze ci sono ma mettiamole a valore. M5s, Avs e le altre forze moderate troveranno nel Pd un interlocutore interessato a battere le destre, che sono il nostro unico avversario».

L’accordo con i 5 stelle

Sul punto del campo largo anche Baruffi si è espresso: «L’accordo coi 5 stelle da occasionale è diventato sistematico. In Puglia accordo politico importante sia su Bari che su Potenza e anche a Firenze hanno dato una indicazione chiara. In diversi comuni abbiamo unito il centrosinistra allargato, e sono quelli dove abbiamo vinto al primo turno o, come a Pavia, lo abbiamo strappato al centrodestra». Mentre Schlein ha incalzato: «Il tempo dei veti è finito, gli elettori ci hanno detto che con un programma chiaro e candidature credibili sono con noi. Continueremo testardamente unitari. Abituiamoci a fare l’analisi della vittoria perché continueremo a battere le destre».

Il guanto di sfida per l’Umbria

Schlein, avviandosi a conclusione, ha ripetuto – modificandolo – il suo slogan «non ci hanno visti arrivare». E ha sentenziato: «C’è stata una bocciatura delle destre sui territori e per le scelte sbagliate del governo e dei suoi alleati. Il messaggio è chiaro: basta coi tagli alla sanità e con i salari bassi, con l’autonomia. Il messaggio è: stiamo arrivando. Questo è il dato. Un grido che si è alzato anche da piazza Santi apostoli, nella manifestazione. Dobbiamo proseguire e dare corpo all’alternativa». E ha chiuso lanciando una sfida per la Regione Umbria, che andrà al voto nel prossimo autunno: «Mando un abbraccio di forte sorellanza a Vittoria Ferdinandi per la vittoria a Perugia che ci regala speranza per le Regionali in Umbria».

Il video integrale della conferenza stampa

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