Scattano le espulsioni nella Lega dopo il voto, c’è anche Grimoldi che ha svelato il voto di Bossi per Forza Italia

Nessun provvedimento contro Umberto Bossi dal Consiglio federale del Carroccio. La proposta di espulsione scatta invece per due leghisti vicini al Senatur in rotta da tempo con la linea di Matteo Salvini

Aveva svelato il voto di Umberto Bossi per Forza Italia alle elezioni Europee. Ora l’ex deputato Paolo Grimoldi rischia l’espulsione dalla Lega. Il Consiglio federale del partito ha infatti deliberato di chiedere al Consiglio di disciplina l’allontanamento dell’ex parlamentare, insieme a quello del consigliere del Veneto Gabriele Michieletto. Le segnalazioni sono partite su indicazione dei territori con l’obiettivo di «tutelare lo straordinario e generoso impegno di migliaia di militanti che per troppo tempo hanno assistito a polemiche strumentali, inutili e dannose contro la Lega». Nessun provvedimento invece per il Senatùr che aveva fatto appello di votare per Forza Italia alle elezioni europee di giugno. Nel suo intervento post-voto, l’attuale leader della Lega Matteo Salvini era tornato più volte alla carica sulla scelta di Bossi di dare la sua preferenza al candidato forzista: «Io sono abituato a vincere e perdere di squadra, non a tradire chi mi è di fianco. Non è corretto che chi prende e ha preso lo stipendio da un partito, a urne aperte dica che vota un altro partito. Non sono permaloso ma credo non sia mai successo in Italia. Io devo rendere conto a militanti e amministratori della Lega che non si meritano questo», aveva detto Salvini. 


Chi è Paolo Grimoldi

Paolo Grimoldi, ex deputato della Lega dal 2006 al 2022 e dal 2022 coordinatore del Comitato nord, la fronda interna alla Lega vicina alle posizioni del fondatore, è ormai da tempo in rotta con l’attuale segretario. Insieme a 21 dissidenti del partito ha, infatti, scritto mesi fa una lettera a Salvini per contestare la linea del partito. «Tornare alle vecchie istanze della Lega che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi», era la richiesta dei firmatari, contrari alla candidatura di Roberto Vannacci a Bruxelles (poi eletto) e alle alleanze con Afd e Le Pen. Non ci saranno invece provvedimenti nei confronti di Bossi, anche perché non è iscritto al partito subentrato alla sua Lega nord (acquisendo il nome di Salvini nel logo) pur essendo attualmente un deputato della Lega. Durante il consiglio federale non ci sono state inoltre indicazioni sul prossimo raduno di Pontida, il comune di 3 mila abitanti che dopo vent’anni non ha più un sindaco del Carroccio.


Foto copertina: ANSA/FLAVIO LO SCALZO | Paolo Grimoldi

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