Milano, un prete denuncia la truffa sulle bollette di luce e gas: scattano 35 perquisizioni, usata anche l’AI
Decine di telefonate di operatori di call center ricevute da un sacerdote milanese. Tartassato e preoccupato dai toni minacciosi che assumevano gli interlocutori, il parroco ha deciso di denunciare. Sono partite così le indagini della Polizia postale di Milano che ha scoperto una rete internazionale di criminali, composta principalmente da cittadini albanesi, dediti alle truffe telefoniche sulle spese domestiche di luce e gas. Le vittime venivano accusate di non aver pagato delle bollette che, però, erano relative a contratti mai stipulati da chi veniva contattato. I truffatori sfruttavano anche l’intelligenza artificiale: usando la voce dei malcapitati, riproducevano al computer delle registrazioni artefatte per indurre le vittime a pensare di aver dato il consenso a tali contratti. Il sistema criminale si basava su numerosi call center, dislocati tra Italia e Albania, e due società erogatrici di gas ed energia elettrica con sede a Padova.
Come funzionava la truffa
La truffa partiva con l’aggancio dell’utente, raggiunto al cellulare nelle prime ore del mattino o in tarda serata. L’obiettivo di questa prima fase era carpire quante più informazioni possibile: i malviventi si fingevano operatori di Arera – Autorità regolamentazione rete energia e ambiente – o delle società con cui gli utenti avevano davvero stipulato i contratti energetici. Dopodiché, gli operatori suggerivano di cambiare società erogatrice avvalendosi di alcune scuse, tipo fughe di gas o interruzione dei servizi per lavori pubblici. Se non andava in porto la persuasione, il gruppo criminale stipulava comunque dei contratti a nome delle vittime, avvalendosi dell’intelligenza artificiale: così venivano ricreati dei “sì” virtuali, necessari per la stipula dei contratti vocali. Infine, partivano le chiamate di minaccia per ottenere il pagamento delle bollette. A una donna di 87 anni, finita nel mirino dei truffatori, è stato detto: «Intanto ti depotenziamo la corrente e se non paghi te la stacchiamo».
L’attività di indagine
La somma sottratta indebitamente a un migliaio di persone è stata stimata in circa 9 milioni di euro. Per sgominare la banda delle false bollette, la Polizia di Stato, ha effettuato 35 perquisizioni, di cui 32 in Italia e tre a Tirana. «Le perquisizioni hanno interessato le due sedi operative delle società energetiche padovane – peraltro di recente sanzionate dal Garante della Privacy e dall’Antitrust -, 12 sedi di call center – di cui tre in Albania – e 21 soggetti tra amministratori, commercialisti, consulenti e dipendenti delle società energetiche e dei call center», riporta l’Ansa. In un call center sono state trovate diverse copie dei contratti fraudolenti con le relative registrazioni vocali. Sono stati rinvenuti anche lunghissimi elenchi di utenti ancora da contattare e, verosimilmente, da truffare.
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