Parigi 2024, la protesta degli atleti olimpici contro gli alloggi green: «Manca l’aria condizionata»

La sindaca della capitale francese ha promesso di dimezzare l’impronta di carbonio rispetto ai Giochi di Londra 2012

L’ondata di caldo, che si è abbattuta dalla Mecca – dove sono morti oltre 1.300 pellegrini – agli Stati Uniti, ha dato un assaggio delle temperature in arrivo quest’estate. E la preoccupazione ha coinvolto atleti e delegazioni che parteciperanno ai Giochi olimpici di Parigi 2024. Non solo per le gare, che si disputeranno a partire dal 26 luglio, ma anche per le condizioni degli alloggi nel villaggio olimpico della capitale francese. Le residenze per i 10.500 sportivi non hanno al loro interno i condizionatori. Una scelta ecologista fortemente voluta dalla sindaca Anne Hidalgo, che ha promesso di organizzare «le Olimpiadi più verdi di sempre». L’obiettivo è dimezzare l’impronta di carbonio rispetto ai Giochi di Londra 2012.«» Così, il villaggio olimpico, coperto da panelli solari e tende ad alta prestazione, non sarà rinfrescato dai condizionatori. La soluzione adottata, sicuramente più ecologica, è quella degli impianti di raffreddamento posizionati sotto il pavimento e collegati alle centrali geotermiche. Un sistema che, ricorda Repubblica, può garantire un abbassamento delle temperature interne di almeno sei gradi rispetto a quelle percepite all’esterno.


«Il raffreddamento a terra non basta»

Le delegazioni, tuttavia, temono che ciò non sarà sufficiente a offrire agli atleti le condizioni ottimali per le loro prestazioni. Gli sportivi statunitensi hanno già annunciato che porteranno i condizionatori portatili da casa. L’organizzazione di Parigi 2024 non ha vietato questa opzione: la sconsiglia, ma non impedisce l’uso di dispositivi mobili per la refrigerazione. Il Washington Post, che ha interpellato varie delegazioni, scrive che Australia, Canada, Danimarca, Germania – solo per alcuni sportivi -, Grecia, Italia, Norvegia e Regno Unito starebbero provvedendo autonomamente a soluzioni per garantire ai propri atleti la disponibilità di aria condizionata. La maggior parte dovrebbe noleggiare in loco i sistemi di refrigerazione, che si presume avranno dei costi notevoli. Tant’è che qualcuno parla di discriminazione nei confronti degli atleti provenienti dai Paesi africani, le cui delegazioni non potrebbero affrontare la spesa per l’aria condizionata. «In più», chiosa Repubblica, «a spaventare tutti c’è anche un report uscito da poco che indica quelle parigine come le Olimpiadi più calde di sempre. Anche più di Tokyo 1968, dove decine di atleti soffrirono per disidratazione». Dal canto suo, la sindaca Hidalgo ha espresso dispiacere per la scelta delle delegazioni di non rinunciare all’aria condizionata, sostenendo di avere «molto rispetto per il comfort degli atleti», ma di avere più a cuore «la sopravvivenza dell’intera umanità».


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