Il World Economic Forum non può imporre di mangiare insetti
Inventando una correlazione che non esiste tra anidride carbonica, attività umane e temperatura globale, il World Economic Forum ci vuole imporre di mangiare insetti? Questa è la teoria diffusa sui social. Tuttavia, ci sono vari elementi che confutano la teoria e provano che il World Economic Forum non può imporre di mangiare insetti. Vediamo tutto nel dettaglio.
Per chi ha fretta:
- Un contenuto che circola su Facebook sostiene che non ci sia una correlazione tra aumento della temperatura globale, concentrazione della CO2 nell’atmosfera, e attività umane.
- Si sostiene che alla luce di ciò il World Economic Forum voglia imporre di mangiare insetti.
- La correlazione che viene negata usando informazioni falsi, in realtà esiste.
- Il WEF non può imporre di mangiare insetti, dato che non è un’organizzazione a cui gli Stati hanno ceduto parte della loro sovranità.
Analisi
Vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica. Nella descrizione si legge:
sono enormi menzogne criminali
la co2 è solo lo 0,04% dell’atmosfera.quella prodotta dall’uomo è l’11% di quello 0,04% e cioè circa lo 0,004% dell’atmosfera.e ci vengono a truffare dicendo che il cambiamento climatico dipende dall’uomo, dalle sue coltivazioni…
dell’ ambiente ai nazi-criminali non gliene frega nulla! anzi distruggono tutto quello che è naturale a favore di robot ovunque e industrializzazione!
gli psicopatici del wef/nwo vogliono imporre un cambio di alimentazione, dicendo che le coltivazioni tradizionali producono co2.
con la frode della riduzione della co2 ci vogliono manipolare fino a farci credere che l’unico cibo che sia possibile mangiare saranno insetti tossici o cibo da laboratorio a loro dire, non è produttivi di co2 se anche tu vedi e senti l’inganno mortale del criminale piano in atto, se anche tu vuoi lottare per salvare la vita, i diritti tuoi e quelli dei tuoi figli, ma non sai come fare
La concentrazione di CO2 e l’aumento della temperatura
Partiamo dal primo punto. Open si era già occupato della teoria secondo cui CO2, temperature e attività umane non sono collegate, in questo articolo. Il post è corretto quando sostiene che la CO2 nell’atmosfera terrestre è (circa) lo 0,04%. Secondo i dati forniti dalla Nasa, aggiornati ad aprile 2024, il gas che contribuisce ad aumentare l’effetto serra sul pianeta ha una concentrazione di 427 parti per milione. Tradotto in percentuale si tratta dello 0,0427%.
Non è vero, invece, che le attività degli esseri umani hanno prodotto solo l’11% della CO2 attualmente presente nell’atmosfera. In epoca preindustriale infatti, la concentrazione di CO2 era di poco inferiore alle 280 parti per milione, come si legge nei dati riferiti dal forniti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di previsioni meteorologiche, e di monitoraggio delle condizioni oceaniche e atmosferiche. Sempre consultando i dati Nasa, si nota che negli 800 mila anni precedenti ad oggi, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera non aveva mai superato questa soglia. Significa che da quando hanno avuto luogo le prime attività umane legate alla combustione delle risorse fossili, l’anidride carbonica in atmosfera è aumentata di circa il 51% rispetto ai livelli preindustriali. La CO2 emessa dagli esseri umani è quindi circa il 34% – ovvero un terzo – di quella presente attualmente in atmosfera.
Nel post si cerca di confutare la correlazione tra la concentrazione di CO2 nell’atmosfera e l’aumento della temperatura. Tuttavia, questa è innegabile ed evidente se si guarda allo storico offerto dalla NOAA.
Tra il 25% e il 30% delle emissioni mondiali di CO2 deriva dal cibo
Veniamo ora a quanta di questa anidride carbonica è prodotta da allevamenti e agricoltura. Solo gli allevamenti sono responsabili del 14,5% delle emissioni complessive prodotte dagli esseri umani, anche se ci sono calcoli che portano la cifra al 16,5%. Questi costituiscono il 52% delle emissioni della produzione di cibo, che nel complesso immette nell’atmosfera il 26% dei gas serra prodotti dalle attività umane, secondo uno studio del 2018 pubblicato su Science, tra i più citati nel settore. Altre stime citate dall’Unione Europea nel 2023 portano la cifra al 30%.
Gli insetti riducono le emissioni dalla produzione alimentare
Chiaramente, dunque, come spesso ribadito da esperti ed attivisti, agire su questo settore può portare a impatti rilevanti nella riduzione della quantità di CO2 immessa in atmosfera. Nello specifico, secondo stime citate dalla FAO, pur avendo un apporto proteico paragonabile, a parità di quantità prodotta, portare sul piatto insetti immette in atmosfera circa l’1% della CO2 necessaria ad avere in tavola della carne bovina.
Il WEF non può imporre di mangiare insetti
Chiariti questi aspetti, in nessun caso il World Economic Forum vuole imporre di mangiare insetti, dato che di questa imposizione non si trova riscontro. Si potrebbe obiettare che sia un’intenzione che viene tenuta celata ma che nemmeno potrebbe trasformare in realtà, dato che non si tratta di un’organizzazione politica a cui Stati hanno ceduto parte della propria sovranità.
Conclusioni
Un lungo ed elaborato post sui social tenta senza successo di negare la correlazione tra attività umane, concentrazione di CO2 nell’atmosfera e aumento delle temperature globali per poi sostenere che il WEF voglia imporre di mangiare insetti. Non solo questa inesistente imposizione non potrebbe essere fatta dal WEF, dato che questo non è un’organizzazione politica, ma la correlazione che ci tenta di negare è reale e provata.
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