Baby Gang esce dal carcere, il trapper torna ai domiciliari. I giudici gli danno ragione: «Pistola e marijuana sono scelta espressiva»

I giudici hanno accolto il ricorso del legale del 22enne, dopo che a fine aprile la Corte d’Appello aveva aggravato la misura cautelare per delle fotografie pubblicate sui social

Il trapper Baby Gang è stato scarcerato ed è tornato agli arresti domiciliari. La decisione è stata presa oggi, mercoledì 26 giugno, dal Tribunale del Riesame di Milano, che ha accolto il ricorso del legale del 22enne, Niccolò Vecchioni. Il verdetto di Galli, Buzzanca, Alonge annulla, di fatto, la decisione di fine aprile della Corte d’Appello del capoluogo lombardo che aveva aggravato la misura cautelare per il cantante perché, mentre era ai domiciliari con braccialetto elettronico, avrebbe pubblicato «fotografie su Instagram nelle quali veniva ritratto mentre impugna una pistola», finta, «che punta verso l’obiettivo» ed era circondato da sacchetti di plastica (anche questi finti) pieni di marijuana. Per i giudici anche se i «contenuti di foto e video per promuovere le sue canzoni depongono negativamente e denotano che non ha mai inteso prendere le distanze, anzi sembra voler continuare ad alimentare un’immagine di sé inserita in uno stile di vita illecita, nel caso specifico sono, tuttavia, – si legge nel provvedimento – riconducibili alle sue scelte espressive nell’ambito dell’esercizio dell’attività lavorativa che comunque egli è stato autorizzato a svolgere». Il Tribunale del Riesame, accogliendo i rilievi del difensore, hanno inoltre spiegato che Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, era stato «via via» autorizzato per gli «shooting fotografici, la produzione di videoclip» e poteva incontrare uno dei suoi collaboratori e anche «comunicare con soggetti terzi», oltre che lasciare a volte il suo domicilio per il lavoro. Ieri in aula il trapper aveva chiesto di essere scarcerato: «È come se si prendesse un attore che fa film di azione e lo si mettesse dentro».


Leggi anche: