Quando Diabolik voleva incontrare Salvini
Nelle chat tra Paolo Signorelli, ormai ex portavoce del ministro Francesco Lollobrigida, c’è anche il tentativo di Fabrizio Piscitelli, Irriducibile della Lazio e narcotrafficante in arte Diabolik, di incontrare Matteo Salvini. La storia che racconta Domani comincia il 9 maggio del 2019. Siamo vicini alle elezioni europee che decreteranno il trionfo della Lega, il presidente del Consiglio è Giuseppe Conte e il Carroccio è al governo con il Movimento 5 Stelle. Nei mesi precedenti era circolata la foto che ritraeva il Capitano con Luca Lucci, ultras rossonero e anche lui narcotrafficante oltre che protagonista dell’aggressione in cui il tifoso dell’Inter Virgilio Motta perse un occhio. Dopo la pubblicazione dello scatto sui giornali Salvini si era giustificato dicendo che era la prima volta che incontrava Lucci e che faceva ogni giorno foto con centinaia di persone.
Fabrizio Piscitelli, Paolo Signorelli e Matteo Salvini
Signorelli nelle chat con Piscitelli pronunciava insulti antisemiti e diceva di voler bruciare le chiese ma nel frattempo ha detto di essersi convertito e di andare ogni anno a Medjugorje. Il ministro Lollobrigida aveva confermato che Signorelli andava in chiesa tutte le domeniche. Ma ha anche accoltellato un tifoso greco in centro a Roma. Nel 2019, dopo aver letto le parole di Salvini su Lucci, Piscitelli fa un appello pubblico a Salvini: «Magari potessimo incontrarlo. Gli potremmo raccontare tutte le problematiche che incontriamo e tutta la repressione che subiamo qui a Roma, come nessun altro ultras. Però che sia chiaro che qui verrebbe in mezzo a pregiudicati e indagati». Piscitelli chiede a Salvini di fare qualcosa per i Daspo che colpiscono gli esponenti della Curva. Vorrebbe addirittura abolirli, ma l’allora ministro delle Infrastrutture neanche gli risponde.
A Pescara
E allora è il momento di una gita a Pescara. Quel giorno Salvini è impegnato in incontri pubblici in Abruzzo. Diabolik lo segue e scatta anche un paio di foto mentre è molto vicino al Capitano. Poi le invia a Piscitelli. Che gli chiede se è lui e se stanno parlando. Diabolik risponde subito dopo: «Andato via». Evidentemente si tratta di un incontro non organizzato in cui Piscitelli cercava di avvicinare il ministro. Senza successo. Il 7 agosto 2019, tre mesi dopo, Diabolik si becca una pallottola in testa al Parco degli Acquedotti. All’epoca il questore vieta i funerali pubblici, tanto che persino Lollobrigida si lamenta. I familiari di Piscitelli scrivono anche a Salvini per protestare, ma non ottengono risposta. Poi, dopo due incontri in questura, ottengono lo svolgimento pubblico dei funerali. Che si trasformano in una celebrazione narco-ultrà. Quel giorno a Roma c’era anche Luca Lucci. Com’è piccolo il mondo ultras.
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