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Fascicolo Sanitario Elettronico: cos’è e come opporsi all’uso dei dati prima del 2020

26 Giugno 2024 - 08:14 Alba Romano
fascicolo sanitario elettronico come opporsi
fascicolo sanitario elettronico come opporsi
Lo strumento digitale che raccoglie la storia clinica e sanitaria dei cittadini, i dati pregressi e le paure per la privacy

Alcuni utenti dell’app Io hanno ricevuto in questi giorni una serie di notifiche riguardo il diritto di opposizione all’uso dei dati sanitari nel Fascicolo Sanitario Elettronico. Si tratta di quelli pregressi rispetto al 30 giugno 2024. Christian Bernieri, data protection officer, spiega oggi sul Corriere della Sera cosa sta succedendo e come è possibile opporsi all’uso dei dati. Il Fasciscolo Sanitario Elettronico (Fse) è uno strumento digitale che raccoglie la storia clinica e sanitaria dei cittadini. Si condivide tra gli operatori del settore. Esiste dal 2012. È definito dal garante della Privacy come «l’insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario» generati da eventi clinici.

Cos’è il Fse

Contiene le esenzioni per il reddito e per le patologie, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissione, il profilo sanitario sintetico, le prescrizioni specialistiche, le cartelle cliniche. Ma anche le vaccinazioni, i dati delle tessere per i portatori di impianto, le lettere di invito per screening. Si compone con i dati delle Aziende Sanitarie Locali, delle strutture sanitarie pubbliche e di quelle accreditate dal Sistema Sanitario Nazionale. Il livello di integrazione dei dati non è omogeneo per tutte le regioni. Qui la parola chiave è dati pregressi. Si intendono quelli generati prima del 19 maggio 2020. E che risalgono a non prima del 2012, data di introduzione del Fse. Ci si può opporre all’integrazione dei dati nel Fascicolo Elettronico? L’opposizione può riguardare soltanto i dati prima del 2020. Perché se confluiscono nel fascicolo possono essere usati per finalità non sanitarie.

I dati pregressi

Per opporsi è necessario usare lo Spid, la carta d’identità elettronica o la carta nazionale dei servizi. Altrimenti è possibile accedere con la propria tessera sanitaria nel Sistema Tessera Sanitaria o con il codice Stp (Straniero Temporaneamente presente). Chi non possiede nemmeno questi può rivolgersi alla propria Asl. Ma, avverte l’esperto, «prima di riuscire ad accedere alla procedura bisogna superare almeno otto passaggi, in cui si verifica un rimbalzo tra siti. Una volta incanalati sulla strada giusta, sono sufficienti tre passaggi per esprimere la propria opposizione». E ancora: a ogni step campeggia un allarme che ci chiede se siamo davvero sicuri di rinunciare all’acquisizione del pregresso, un meccanismo che rischia di far leva sull’indecisione.

I rischi per la privacy

Sempre secondo Bernieri con questo meccanismo ci sono rischi per la privacy degli utenti: «Avere un database unico che raccoglie dati quasi irrilevanti ai fini di cura perché ormai vecchi, ma che possono finire nelle mani di persone sbagliate, è un dettaglio da non trascurare. Ci si espone ad hackeraggi, fuga di dati e abusi informatici».

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