Gli occuparono la casa mentre era al lavoro, «salvato» dal deputato del partito di Ilaria Salis: «Lei dovrebbe provarlo sulla sua pelle»

Il racconto del signor Umberto, inquilino di una casa popolare nel Napoletano. Della sua vicenda si era interessato Francesco Borrelli, parlamentare di Avs che non vuole commentare le dichiarazioni della sua compagna di partito

Gli avevano occupato casa mentre si trovava al lavoro il signor Umberto, 56 anni, inquilino delle case popolari di Quarto, in provincia di Napoli. Per nove giorni era stato costretto a dormire in auto, finché non arrivò l’aiuto di Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. Lo stesso partito in cui milita Ilaria Salis, che subito dopo l’elezione al Parlamento europeo ha rivendicato di aver militato nel movimento per la lotta alla casa e di aver occupato una casa popolare a Milano. All’Adnkronos, Umberto si rivolge proprio all’attivista : «Voglio dire solo una cosa a Ilaria Salis e a chiunque la pensi come lei sulle occupazioni. Dovrebbero provare, almeno una volta, la sensazione di rientrare dal lavoro, dall’ospedale, dal supermercato e vedere che la chiave non apre più la porta di casa tua, che qualcuno si è infilato nel tuo letto e si è disfatto dei tuoi vestiti, ha ripulito il frigo e buttato via i mobili dalla finestra come fossero spazzatura. Dovrebbero sentirsi, almeno una volta, un fantasma. Proprio come mi sono sentito io quando ho chiamato le forze dell’ordine e mi hanno risposto di tornare alla mia vita, di aspettare fin quando non sarebbe stato possibile liberare l’appartamento occupato da perfetti sconosciuti».


L’allarme dal vicino di casa

Il signor Umberto racconta quei giorni complicati dello scorso novembre, quando «come tutte le mattina, sono andato a lavorare. Mi occupo di piccoli lavori di edilizia, per cui sono uscito presto. Tempo mezz’ora e mi ha chiamato un vicino di casa avvertendomi che tre donne con bambini al seguito avevano occupato l’alloggio a me regolarmente assegnato». Umberto racconta che questa è ormai una prassi tra gli inquilini delle case popolari, consapevoli del rischio di ritrovarsi di punto in bianco nella situazione che lui stesso ha vissuto. «Tra noi ci avvertiamo sempre – ha aggiunto all’Adnkronos – perché succede continuamente che si abbia paura di allontanarsi, anche per poco, e di non poter rientrare in casa propria. E quella volta è toccato a me».


«Ho dormito in strada per nove giorni»

Mentre si affrettava per tornare a casa, l’uomo ha avvertito la polizia locale e i carabinieri. Poi la scoperta che chi occupava casa sua ci aveva già provato con altri: «Le donne che hanno occupato il mio appartamento avevano fatto la stessa cosa sette anni prima in un’altra abitazione, ma in quel caso gli inquilini non c’erano più e i figli che vivevano altrove non se ne sono interessati. Io però ho solo quella casa… e quando mi sono ritrovato fuori ho dovuto dormire in macchina, terrorizzato all’idea che buttassero tutte le mie cose dalle finestre. Ho staccato le utenze ma sono state riattivate subito, mi è stato detto che dovevo avere pazienza… A me, che con gli abusivi dentro casa per nove giorni ho dormito in strada. Non mi sono sentito tutelato, garantito. Mi hanno detto che dovevo aspettare tutte le procedure, se non fosse stato per l’onorevole Borrelli sarei ancora fuori casa».

La solitudine di Borrelli

Sul caso di Ilaria Salis e le sue posizioni sull’occupazione delle case popolari, il compagno di partito Borrelli evita di commentare. Negli anni da consigliere regionale, Borrelli si è impegnato accanto a diversi casi come quello di Umberto, come la coppia di anziani a Ercolano. Tutti casi di inquilini di case popolari che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza la possibilità di tornare nel proprio appartamento. Dopo la difesa di Nicola Fratoianni per le dichiarazioni di Ilaria Salis, Borelli dice con un velo di amarezza: «Io porto avanti le mie battaglie. Non è che c’è tutto questo afflato e questo sostegno. Queste battaglie le ho sempre affrontate da solo e continuerò a vedermela da solo».

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