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Nuova consulenza per Matteo Renzi, arriva un lavoro da Tony Blair: sarà consigliere dell’Institute for Global Change

26 Giugno 2024 - 13:11 Felice Florio
Nello stesso think tank, l'ex prima ministra finlandese Sanna Marin e l'ex capo di Stato maggiore del Regno Unito, Nick Carter

Più potente di quando sedeva a Downing Street e guidava il Regno Unito. Così, meno di un anno fa, il Guardian descriveva la seconda vita dell’ex primo ministro Tony Blair. Il laburista ha fondato e presiede il Tony Blair Institute for Global Change, un think tank di consulenza politica ad altissimi livelli che, adesso, accoglie al suo interno un nuovo membro: il senatore italiano Matteo Renzi. Un’altra attività si aggiunge al portafoglio di conferenze e di policy advice del leader di Italia Viva. Non si conosce a quanto ammonterà la remunerazione per il lavoro nel gruppo di Blair. Renzi ricoprirà l’incarico di consigliere strategico, stesso ruolo che il think tank ha già affidato a Sanna Marin, ex prima ministra finlandese, al generale Nick Carter, ex capo di Stato maggiore della difesa nel Regno Unito, e a Patrick Vallance, ex consigliere scientifico capo del governo del Regno Unito.

«Sono onorato di unirmi al Tony Blair Institute», ha commentato Renzi. «Blair è stata fonte di ispirazione per me negli anni del governo e sono lieto di poter lavorare perché i leader di oggi e domani abbiano lo stesso esempio visionario e riformista». L’ex numero uno del Partito laburista, a sua volta, si è detto «lieto di dare il benvenuto a Renzi all’Institute come consigliere strategico. Matteo sarà una preziosa aggiunta al nostro team di leader che forniscono consulenza e approfondimenti strategici di alto livello, aiutando i leader politici di tutto il mondo a realizzare cambiamenti per i loro Paesi». Nello specifico, l’ufficio stampa di Renzi fa sapere che il suo compito sarà quello di fornire consigli ai leader politici mondiali «sui loro programmi di riforma».

Ufficio stampa Renzi | Da sinistra, Tony Blair e Matteo Renzi

Fatturato e polemiche

Presentando il think tank, lo staff renziano ne descrive lo scopo: «Supporto ai leader politici e ai governi nella costruzione di società aperte, inclusive e prospere in un mondo globalizzato. Lo fa fornendo consulenza specialistica ai leader politici di tutto il mondo su strategia, politica e attuazione, il tutto reso possibile dalla tecnologia». La società opera con gli esecutivi di circa 40 Paesi e conterebbe su una forza lavoro di oltre 800 dipendenti. Fonti interne, ai giornali britannici, l’hanno definita una «McKinsey per i leader mondiali». Simile alle fondazioni che i presidenti americani istituiscono al termine del mandato, il Tony Blair Institute avrebbe chiuso il 2023 con 140 milioni di dollari di entrate. Recentemente, è stato travolto dalle polemiche per i servizi offerti a Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, nel 2018.

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