La sfida di Andrea Lanari, con le braccia artificiali attraverserà lo Stretto a nuoto: «Un’opportunità per promuovere la sicurezza sul lavoro»
Attraversare lo Stretto di Messina con le braccia artificiali. È la nuova sfida del 47enne Andrea Lanari, originario di Castelfidardo (Ancona), uno dei primi testimonial dell’associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Il suo obiettivo, scrive la Repubblica, è quello di raccogliere fondi per aiutare le vittime sul lavoro. Il 4 giugno del 2012 la sua vita, in un attimo, cambiò: «Erano quattro mesi che non percepivo lo stipendio. Nonostante tutto, però, io e miei colleghi andavamo a lavorare, tutti i giorni, senza protestare. E proprio per la riduzione drastica di lavoro, quel pomeriggio, sarei dovuto andare in ferie. Quella mattina – continua – sono partito per fare un collaudo che doveva aver luogo in un’altra ditta. E una volta che il titolare di quest’azienda attrezzò la pressa andai a mettere il pezzo da tranciare dentro lo stampo. La pressa, però, si abbassò di colpo, facendomi esplodere le mani», racconta Lanari.
La traversata
Appena si rese conto dell’infortunio che lo stava dissanguando pensò «di farla finita e di mettermi seduto ad aspettare la morte». Ma l’immagine di suo figlio, al quale aveva promesso di portarlo al mare quel pomeriggio stesso «mi fece cambiare idea», afferma. E proprio con suo figlio, Kevin Lanari, che il prossimo 2 luglio tenterà l’impresa. I due attraverseranno, infatti, lo Stretto di Messina partendo dal Pilone di Torre Faro, per raggiungere la spiaggia di Cannitello. Con loro, ci sarà anche l’istruttore Marco Trillini, esperto di nuoto per persone con disabilità e responsabile della comunicazione del Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona. Andrea e Kevin Lanari nuoteranno per circa tre chilometri e mezzo: «Sarà una sfida personale, ma anche un’opportunità per promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro», sottolinea.
La sfida con i figli
Lanari, oggi, è un esempio per le centinaia di lavoratori e studenti che incontra da alcuni anni e a cui racconta la sua storia: «Fare la traversata con mio figlio – spiega Andrea – che è stato il gancio di traino di tutto il percorso di preparazione all’iniziativa, è qualcosa di unico e indescrivibile. Mentre mia figlia Keira mi assisterà a bordo di una piccola imbarcazione che ci affiancherà per tutto il percorso e mi darà la forza necessaria per affrontare questa sfida e non rendere vani i lunghi allenamenti, prima in piscina e poi in mare, che stiamo portando avanti da circa un anno». Il 47enne ha due protesi di ultima generazione, realizzate apposta per lui: «Ho voluto scrivere anche al Papa e al presidente della Repubblica – conclude Andrea – affinché trovino in questa occasione un’opportunità per far sentire il loro monito non solo in occasione di tragedie inaccettabili e che ci vedono sempre più assuefatti».
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