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Il colonnello dei carabinieri padre del testimone dell’omicidio di Pescara: «Dovrà ricordare per sempre il ragazzo che ha visto morire»

26 Giugno 2024 - 11:43 Redazione
Il 16enne figlio del colonnello dei carabinieri si era confidato con i genitori dopo il delitto e ha aiutato a individuare il corpo di Thomas Christian Luciani

«Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può assolversi davvero» dice il colonnello dei carabinieri padre di uno dei testimoni dell’omicidio di Thomas Christopher Luciani, per cui sono indagati due 16enni di cui uno figlio di un collega dell’Arma. Sarebbe stato il colonnello a convincere il figlio a parlare con le forze dell’ordine, dopo che il ragazzo è tornato a casa qualche ora dopo il delitto e si è confidato con i genitori. Sono state poi le indicazioni del 16enne a permettere di individuare il corpo ormai senza vita di Luciani. È una storia «peggiore di come la raccontate», dice il colonnello.

«Non è il momento di giudicare»

Come racconta al Corriere della Sera, ora la sua vita è inevitabilmente stravolta e così quella di suo figlio. A chi lo mette sotto accusa come genitore, il colonnello risponde: «Qui posso solo dire che è molto difficile giudicare, vi chiedo di mettervi nei miei panni». L’ufficiale spiega che ha provato sempre a tenersi informato su quel che faceva il figlio e chi frequentava: «Gli chiedevo dove andasse e cosa facesse, chi erano i suoi amici e come impiegassero il tempo, ma…La risposta era rassicurante e per certi versi ingannevole». Il 16enne era nel gruppo in cui c’erano anche i due indagati per l’omicidio di Luciani. Una comitiva di cui suo padre tendeva a fidarsi: «Mi diceva “esco con il mio amico, figlio di un avvocato” oppure “mi vedo con quell’altro, figlio di un tuo collega”. Avrei dovuto indagare più a fondo Avrei dovuto non accontentarmi?». A queste domande dice di non avere una risposta, «e mi permetto di dubitare di chiunque ce l’abbia. Non è il momento di giudicare, è il momento di comprendere».

«Mio figlio farà una vita da consegnato»

La posizione di suo figlio è ora al vaglio degli inquirenti, dopo che già i suoi due amici sono stati fermati, considerati gli esecutori materiali dell’accoltellamento che ha ucciso Luciani. Per quanto lo riguarda, il colonnello assicura che prenderà i primi provvedimenti: «Vorrei che mio figlio vivesse migliorando la sua vita da ora in avanti. Vivrà una vita da consegnato, come diciamo noi. Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all’altezza».

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