Palermo, detenuti rubano le chiavi all’agente, aprono la cella e sfregiano un altro carcerato: «È stata una spedizione punitiva»

A denunciare il grave episodio che sarebbe avvenuto nel carcere dell’Ucciardone il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa

Un gruppo di detenuti del carcere dell’Ucciardone, a Palermo, avrebbe sottratto le chiavi all’agente di polizia penitenziaria di turno, aperto una serie di celle e quindi sfregiato con un taglio sul volto un altro detenuto, extracomunitario, prima di riconsegnare le chiavi e tornare nelle proprie celle. È quanto denuncia in una nota il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa, parlando di una «vera e propria spedizione punitiva». «Quanto accaduto, se confermato secondo la ricostruzione che ci è pervenuta, acclara che di fatto il controllo delle carceri è in mano alla criminalità che in qualsiasi momento può portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dal diuturno impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini del Corpo di polizia penitenziaria», attacca a testa bassa il segretario generale del sindacato Gennarino De Fazio. Al momento non vi sono tuttavia altre conferme o smentite su quanto sarebbe accaduto la sera di mercoledì 26 giugno nel carcere di Palermo.


Le carenze di personale nelle carceri e l’attacco al governo Meloni

«Mancanti di 18mila unità, sottoposti a turni massacranti, senza un apparato organizzativo degno di tal nome, con scarsissimi e inadeguati equipaggiamenti, stremati nel morale e nell’orgoglio di servitori dello Stato e, per giunta, esposti a procedimenti penali e disciplinari, con repentine sospensioni dal servizio quando, nonostante tutto, cercano a loro esclusivo rischio e pericolo di mantenere l’ordine e la sicurezza», è la denuncia di De Fazio sullo stato della polizia penitenziaria. Ad essere additati come responsabili sono pertanto il ministro Nordio e il governo Meloni tutto, «affetti da annuncite cronica», denuncia De Fazio, «non riuscendo, o non volendo, produrre niente di significativo. A normativa vigente, nonostante le assunzioni di cui parla il governo, al 1° gennaio 2025 l’organico della Polizia penitenziaria avrà circa 500 unità in meno rispetto a un anno prima. Questo, sia chiaro, principalmente per il pressapochismo delle maggioranze parlamentari che si sono susseguite almeno negli ultimi 25 anni, ma che l’attuale non sta certo superando con la necessaria rapidità ed efficacia. Serve immediatamente deflazionare la densità detentiva, rimpinguare il numero degli agenti di polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria. Il carcere è ormai una pentola a pressione pronta a esplodere», conclude De Fazio.


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