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Russia, inizia il processo a Evan Gershkovich: il giornalista del Wsj accusato di spionaggio rischia fino a 20 anni di carcere – Il video

26 Giugno 2024 - 10:40 Alba Romano
È in carcere dal marzo del 2023. L'udienza si terrà a porte chiuse

È iniziato in Russia il processo al giornalista americano Evan Gershkovich. Il reporter del Wall Street Journal, in carcere dal marzo del 2023 con l’accusa di spionaggio, è arrivato oggi – mercoledì 26 giugno – nel tribunale di Ekaterinburg. È apparso in un box di vetro con la testa rasata e una camicia scura a quadri. La stampa accreditata, scrive Afp, ha avuto un breve accesso all’aula prima che il processo iniziasse a porte chiuse. Se ritenuto colpevole, rischia fino a 20 anni di reclusione.

Gershkovich, figlio di immigrati dall’Unione Sovietica, giornalista del Wsj ed ex dipendente di Moscow Times e Afp a Mosca dal 2020 al 2022, è stato fermato dall’Fsb – i servizi segreti interni di Mosca – il 29 marzo di un anno fa. Si trovava nella città di Ekaterinburg, città che si trova negli Urali dove si sta svolgendo il processo, per un articolo sul gruppo Wagner e su quello che pensavano i cittadini russi dei mercenari di Prigozhin. La Russia lo accusa di «aver raccolto informazioni sensibili per conto della Cia (l’agenzia di intelligence Usa) su uno dei principali produttori di armi del Paese, il costruttore di carri armati Uralvagonzavod. Il quotidiano e il governo statunitense negano tutte le accuse a suo carico. 

La direttrice del Wsj: «Non è un processo come lo intendiamo noi»

Per la direttrice del Wall Street Journal chiamarlo processo è «ingiusto nei confronti di Evan», scrive in una lettera indirizzata ai lettori. «Cerchiamo di essere molto chiari, ancora una volta – scrive -: Evan è un reporter del Wall Street Journal. Era in missione in Russia, dove era giornalista accreditato. Ma il Cremlino ha di fatto trasformato il giornalismo in un crimine. Evan è stato sequestrato, falsamente accusato di essere una spia e gettato in prigione», si legge.

Quello di oggi, tiene a precisare, «non è un processo come lo intendiamo noi, con presunzione di innocenza e ricerca della verità. Si svolgerà piuttosto in segreto, nessuna prova è stata svelata – sottolinea -. E conosciamo già la conclusione: questa falsa accusa di spionaggio porterà inevitabilmente ad una falsa condanna per un uomo innocente che rischia fino a 20 anni di carcere solo per aver svolto il suo lavoro. E stava facendo un ottimo lavoro, per giunta», conclude.

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