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La nuova villa con piscina di Giorgia Meloni: «Mi sono già trasferita, è tutto in regola»

27 Giugno 2024 - 06:28 Alba Romano
La premier risponde al Fatto: «Ho avuto un atto di immissione in possesso anticipato». Le repliche sulla scorta e sul trasloco

Il 30 marzo 2023 Giorgia Meloni ha firmato un preliminare di vendita per una villa da 1,1 milioni a Roma Sud. I proprietari Massimiliano e Serafino Scarozza hanno incassato una caparra di 300 mila euro. Patrizia Scurti, che ha firmato l’atto per la premier, si è impegnata per conto di Meloni a versare gli altri 800 mila euro dopo che i venditori avranno fatto opere per 359 mila euro. Tra cui una nuova piscina di 9 per 3,5 metri. I lavori sarebbero dovuti terminare entro il 30 settembre 2023. Ma sono in ritardo. Meloni però si è già trasferita, spiega oggi al Fatto Quotidiano, grazie a «un atto di immissione in possesso anticipato». E oggi Meloni risponde alle domande di Marco Lillo sulla vicenda.

Il trasloco

Due giorni fa il Catasto ha ricevuto la variazione post ristrutturazione: la villa avrà 18 vani e 433 metri quadri di estensione. Oltre alla piscina ci sarà un box di 29 metri quadri. La rendita sale da 3.762 a 4.369 euro. Poco prima delle elezioni europee la premier ha lasciato la casa del senatore di Fratelli d’Italia Giovanni Satta per trasferirsi nella villa. E spiega: «Ho avuto la disponibilità dell’immobile, limitatamente ad una parte del giardino e della abitazione, grazie ad un atto di immissione in possesso anticipato redatto sulla base della normativa civilistica applicabile che lei certamente conosce. Ho concordato con il promittente venditore di procedere in questo modo perché l’esecuzione dei lavori per avere l’immobile completo “chiavi in mano”, come lo desideravo, ha richiesto tempi maggiori di quelli originariamente previsti e così ho guadagnato qualche giorno prima del rogito per fare il trasloco».

La piscina è in regola?

Il contratto in ogni caso si chiuderà a breve, secondo la premier. Ovvero non appena verrà verificato l’esito dei lavori da parte del notaio. Il quotidiano chiede se la piscina presente nelle foto aeree della villa è ancora presente: «No, quella piscina non esiste più perché oggi c’è quella che il venditore si era impegnato a realizzare al momento del preliminare». Quella precedente, dice la premier, è stata demolita. Ma non sa da chi e quando: «Ma per tranquillizzarla posso dirle che non l’ho demolita io con un piccone. A me interessava solo comprare una casa in cui stare bene con mia figlia e che rispettasse ogni norma di legge». Meloni dice anche di non sapere perché nel capitolato dei lavori non è indicata la demolizione della vecchia piscina ma soltanto la costruzione della nuova. «Ma non ho ragione alcuna di ritenere che non sia regolare. Qualora ne avessi, avrei tutti gli strumenti di legge da attivare per far valere i miei diritti».

Il Decreto Salva-Casa

Marco Lillo chiede alla premier se per realizzare i lavori i proprietari usufruiranno del decreto salva casa voluto da Matteo Salvini e licenziato dal suo governo. La risposta di Giorgia: «È giusto che i lettori sappiano che il loro Presidente del Consiglio, interessata dall’acquisto di una casa su cui pendevano pratiche edilizie, ha espressamente chiesto e ottenuto dai promittenti venditori che le eseguivano a loro spese di operare in modo tale da NON (maiuscoli della premier, ndr) beneficiare di eventuali agevolazioni che sarebbero derivate dal Decreto Salva-Casa. Quindi la risposta è NO, i venditori, immagino con loro somma gioia, NON hanno usufruito delle possibili agevolazioni».

La polemica con il Fatto

Il Fatto poi chiede a Meloni come mai la scorta della premier si trovasse sia nella vecchia che nella nuova residenza. Lei replica che per un breve periodo la polizia ha deciso di presidiare entrambe le abitazioni. Poi fa una domanda a Lillo: «Ma lei come fa a sapere che per alcuni giorni ci sono stati due dispositivi di polizia, uno nella vecchia casa e uno nella nuova? La ha informata la polizia stessa? Oppure lei viene sotto casa mia ogni giorno? O, per caso, chiede a qualcuno di informarla su cosa accada sotto casa mia? E se così fosse, in cambio di cosa? Mi aspetto una risposta molto precisa su questo, perché la fattispecie che lei abbia una informazione così circostanziata che riguarda il luogo dove dimoro, mi permetta, è molto inquietante».

La replica

La replica di Lillo sul punto: «Per la seconda volta dopo 5 mesi, siamo passati davanti alla vecchia casa e proprio in quei giorni era in corso il suo trasloco. Nessuno dei suoi vicini ci informa. Men che meno a pagamento. Ci permettiamo due notazioni. 1) Il complesso di persecuzione stona in capo a chi nomina i vertici dei servizi segreti e delle forze di polizia. 2) Essendo anche lei giornalista (in aspettativa non retribuita al Secolo d’Italia) dovrebbe sapere che in democrazia le domande le fanno i giornalisti al premier, non il contrario».

In copertina: immagine di repertorio

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