Taranto, inchiesta sugli ufficiali della nave Martinengo: molestie e umiliazioni ai danni dei militari della Marina

Il comandante Carpinelli e i suoi due sottoposti avrebbero preso di mira 13 marinai con insulti a sfondo sessuale, lanci di oggetti e di cibo

È arrivato l’avviso di chiusura delle indagini sulla condotta del capitano di fregata Roberto Carpinelli, all’epoca dei fatti comandante Nave Martinengo, e dei due sottocapi di prima classe Giovanni Napolano e Gianluca Longo. Tredici militari a bordo dell’imbarcazione della Marina sarebbero stati vittime di molestie sessuali, insulti e mortificazioni, anche fisiche. A condurre l’inchiesta è la pm di Taranto, Marzia Castiglia, che ha ipotizzato i reati di maltrattamenti e violenza sessuale. I comportamenti dei tre prevederebbero contestazioni anche in merito al codice militare. Le presunte azioni dell’ufficiale e dei due sottoposti si sarebbero consumate da agosto a dicembre del 2021. La nave, in quel periodo, era impegnata nella missione antipirateria nel golfo Persico. Parallelamente alla magistratura di Taranto, l’inchiesta è stata portata avanti dalla Procura militare di Napoli.


Mortificazioni, offese, molestie sessuali

Dell 13 persone offese, cinque sarebbero di origine tarantina. Particolarmente vessati un 24 enne del capoluogo di provincia e due giovanissime militari. Il Corriere, che riporta la vicenda, parla di una vita a bordo della nave fatta di mortificazioni, offese, molestie sessuali. «Una giovane marinaia, sottoposta ad attenzioni non gradite, era costretta a farsi accompagnare dalle colleghe per evitare situazioni imbarazzanti ed era piombata in uno stato di tale disagio da decidere di dimettersi dalla Marina». I comportamenti di Carpinelli sarebbero stati assunti dai due sottoposti per «un malinteso spirito di emulazione». Lanci di cibo e oggetti si sarebbero alternati a insulti a sfondo sessuale, contribuendo a creare un clima a bordo definito «umiliante e degradante».


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