La comunità ebraica dopo gli insulti antisemiti dei giovani di FdI: «Giorgia Meloni deve dichiararsi antifascista»
Giorgia Meloni deve dichiararsi antifascista. E il fascismo in Fratelli d’Italia va condannato. Anche se l’antisemitismo è ovunque. Dopo il caso degli inni a Mussolini e degli insulti antisemiti tra i militanti di Gioventù Nazionale il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun chiede provvedimenti tempestivi ed esemplari a Fratelli d’Italia. Ma dice anche che «sarebbe importante se Giorgia Meloni si definisse antifascista». Fadlun parla in un’intervista rilasciata a Repubblica: «In questi mesi abbiamo visto un ritorno e una recrudescenza dell’antisemitismo in tutte le forme, dagli antichi cliché razzisti alle nuove parole d’ordine. Rivedere nelle piazze e nei video di Fanpage i gesti e le parole dell’odio antiebraico, i sarcasmi e il disprezzo che sono di per sé una forma di violenza e possono preludere a ben altro, è qualcosa che fa molto male».
Flaminia Pace ed Elisa Segnini
Fadlun nota che nonostante le dimissioni di Flamina Pace ed Elisa Segnini per gli insulti non sono arrivate scuse: «Mi auguro che siano mele marce, ma devono essere condannate, e vanno presi i provvedimenti tempestivi ed esemplari che sono stati annunciati». E ancora: «Mi auguro proprio che non sia il partito di maggioranza in sé a esprimere questa cultura, ma un gruppo di nostalgici che devono essere immediatamente isolati. Non dimentico che proprio dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dai ministri degli Interni, della Difesa, della Cultura e altri ci arrivano ogni giorno prove concrete di vicinanza. Sarebbe inaccettabile e anche paradossale che fossero tollerati all’interno di FdI odio e discriminazione antiebraica».
Ma Fadlun aggiunge anche che «se Fanpage andasse a svolgere il suo meritevole lavoro in altre insospettabili direzioni, troverebbe materiale per nuove puntate del suo reportage. Noi siamo sottoposti a uno stillicidio di gesti antiebraici e manifestazioni di odio ogni giorno».
Le prese di distanza verbali
Secondo Fadlun «se certe prese di distanza non sono sufficientemente forti o tradiscono un imbarazzo che affonda le radici in una cultura fascista, mai scomparsa del tutto, devo però anche segnalare il tentativo di strumentalizzare noi ebrei che arriva da molte parti. Sia chiaro a tutti: la Comunità ebraica di Roma non è iscritta a nessun partito se non a quello della lotta all’intolleranza e all’antisemitismo, di destra di sinistra o anche di centro». Infine, l’appello alla premier: «Ricordo quando Giorgia Meloni disse che “le Leggi Razziali del 1938 hanno segnato la nostra storia per sempre, una macchia indelebile, un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi”. E anche in seguito ha condannato il fascismo. Certo, sarebbe importante che avesse il coraggio di sottolineare questi concetti definendosi antifascista. Al tempo stesso, devo dire che ultimamente vedo anche tra gli ‘antifascisti’ un po’ troppi antisemiti. Le parole ingannano. Io guardo alla sostanza».
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