Quattro militari italiani accusati di contrabbando di sigarette sulla nave della Marina. Arrestato un libico della Guardia costiera
Sono accusati di aver fatto contrabbando di sigarette a bordo di una nave della Marina Militare quattro militari italiani indagati dalla procura di Brindisi. Un ufficiale libico è stato invece arrestato. Si tratta di tre ufficiali e un sottufficiale della Marina, mentre il militare libico è in servizio alla Guardia costiera libica. Al termine delle indagini della Guardia di Finanza portate avanti dalla procura brindisina, per i quattro militari italiani è stato disposto l’obbligo di dimora. Per il militare libico è stato disposto invece l’arresto in carcere. I cinque sono accusati a vario titolo di contrabbando di sigarette, imbarco arbitrario di merci di contrabbando sulla nave militare Capri, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico.
Il traffico di sigarette da Tripoli a Brindisi
Il traffico di sigarette sarebbero avvenuti tra il dicembre 2018 e il marzo 2018, durante la missione internazionale «Mare sicuro» dal porto di Tripoli a quello di Brindisi. Nel corso della missione, sulla nave Capri gli indagati svolgevano ruoli di rilievo: uno era ufficiale in seconda, un altro capo operazioni dell’unità navale Capri e il terzo era ufficiale tecnico capo del team impegnato nel ripristino della nave ceduta dall’Italia alla Libia per potenziare il contrasto all’immigrazione clandestina. I militari sono accusati di aver portato in Italia illegalmente 300 chilogrammi di sigarette, che sarebbe stato poi rivenduto sia ad altri militari della Marina che a persone estranee al corpo. La merce sarebbe stata acquisita dal mercato locale. Operazione di cui si occupava l’ufficiale della Guardia costiera libica.
Le fatture false
Uno degli indagati è accusato di aver fornito il denaro necessario per comprare le sigarette da contrabbandare. Fondi ottenuti grazie alle fatture false relative a operazioni in parte o del tutto inventate per l’acquisto di beni e servizi per la nave Capri e il suo equipaggio. Le fatture riguardavano per esempio il vitto di bordo. Gli acquisti fittizi risultavano fatti da società libiche, che avrebbero fatto sulla carta da fornitrici per le necessità della nave. Società che sarebbero riconducibili all’ufficiale libico arrestato.
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