I funerali di Thomas Luciani: chiesa gremita per il 17enne ucciso a Pescara. La nonna: «I giovani devono cambiare questo mondo marcio»

Il giovane è stato assassinato a coltellate per un piccolo debito legato alla droga

Nel pomeriggio di oggi, 28 giugno, nella chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria di Rosciano (in provincia di Pescara) hanno avuto luogo i funerali di Thomas Christopher Luciani, il 17enne ucciso domenica scorsa nel parco “Baden Powell” della città abruzzese per un piccolo debito legato alla droga. Centinaia di persone di sono riunite nella chiesa gremita per dare l’ultimo saluto al ragazzo. Tra loro, anche don Antonio Coluccia, il prete simbolo della lotta allo spaccio e alla criminalità, che ha dichiarato: «È tutto contro natura quando un ragazzo muore così. Facciamoci una domanda: chi siamo? Diamo valore alla vita. Se vedete che ci sono persone, segnalatele alle forze di polizia. Quelle persone rovinano la vita di tutti». Presenti ai funerali anche il presidente della Regione Marco Marsilio, il prefetto di Pescara Flavio Ferdani, il Questore di Pescara Carlo Solìmene, il sindaco di Rosciano Simone Palozzo.


Le parole della nonna

Tanti erano anche i coetanei di Thomas, che piangevano e sfoggiavano una maglietta in ricordo del loro amico. La sua fidanzatina, arrivata in lacrime sul posto, indossava invece una t-shirt con la scritta: «Sarai sempre parte di me. Non potrò mai dimenticare il tuo sorriso. Ti amo». Durante il funerale, la nonna di Thomas, Olga, ha letto un messaggio straziante. «Spero che la Tua assenza possa essere di monito ai tanti giovani qui presenti, che siano loro a cambiare questo mondo marcio e renderlo un posto migliore. Desidero che comprendano l’importanza della famiglia e di quanto essa sia sempre un posto sicuro. Un luogo dove poter essere fragili, parlare delle proprie paure e delle proprie insicurezze; crescere e prepararsi alle asperità della vita», ha affermato la donna. Thomas viveva con lei dopo l’abbandono dei genitori.


L’omelia

L’arcivescovo della Diocesi di Pescara-Penne, Monsignor Tommaso Valentinetti, nella sua omelia ha domandato: «La responsabilità di un atto così violento, la responsabilità di una morte così precoce, 17 anni poco meno, chi se la porta addosso? Sicuramente voi direte che chi ha compiuto i gesti che non doveva compiere ma credo che sia il momento in cui dobbiamo riflettere su una assunzione di responsabilità. Se avvengono questi fatti, se i ragazzi diventano ragazzi incontrollabili, io credo che ci sia una dimensione di responsabilità che tutti indistintamente dobbiamo assumerci».

L’ultimo saluto

E ancora: «Non è il caso di puntarci il dito uno contro l’altro pensando che la responsabilità sia solo di una realtà, solo di una persona, solo di una situazione. L’assunzione di responsabilità è da parte di tutti noi: delle istituzioni, della scuola, delle famiglie, della chiesa, di tutti. Occorre un sussulto di responsabilità perché queste cose non sono giustificabili. Queste cose non sono comprensibili. Un sussulto di verità, un sussulto che fa cadere le armi dalle mani dei violenti, che fa cadere la nuova lebbra, che sta attanagliando la gioventù, la droga». «Siamo qui – ha concluso Monsignor Valentinetti – per pregare per Christopher perché il signore lo accolga tra le sue braccia per chiudere quelle ferite martoriate dalle coltellate. Siamo a pregare anche per chi ha inferto quelle coltellate perché si ravveda e comprenda e capisca». Il feretro di Thomas è stato accolto con un lungo applauso, e pianti sconsolati. Sotto le note della canzone di Ultimo, Rondini al guinzaglio, sono stati lanciati in aria palloncini bianchi e rossi, prima di un lungo e interminabile applauso.

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