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Sassari, assalto armato al caveau della Mondialpol: prima gli spari per spaventare le guardie, poi le auto incendiate per coprire la fuga – Il video

28 Giugno 2024 - 21:48 Massimo Ferraro
Il gruppo ha distrutto un muro e si è fatto consegnare il denaro prima di scappare

È ancora in fuga il commando che venerdì sera, 28 giugno, ha preso d’assalto una sede della Mondialpol nella periferia di Sassari, in Sardegna, su via Caniga. Il gruppo ha demolito un muro di cinta dell’edificio servendosi di un escavatore: con la benna del mezzo meccanico si sono aperti la strada dentro la sala dove stava avvenendo la conta del denaro per le pensioni da erogare la prossima settimana, come riferisce la Nuova Sardegna. Il gruppo ha sparato in aria diversi colpi d’arma da fuoco per spaventare le guardie giurate. Il colpo è riuscito: i dipendenti hanno consegnato parte del denaro custodito nel caveau e sono poi fuggiti, il tutto in pochi minuti. Per coprirsi la fuga, hanno incendiato alcune auto in mezzo alla strada impedendo così di essere seguiti. Secondo fonti locali, avrebbero disseminato anche un tratto di strada con chiodi a tre punti. I ladri hanno sparato anche contro una macchina dei carabinieri che ha provato a intercettarli all’uscita dall’edificio. Non è ancora chiaro se ci sono feriti e quanto denaro sia stato sottratto.

Il commando

Secondo la Nuova Sardegna hanno preso parte all’assalto tra le 10 e le 15 persone. Dalle immagini è facile ipotizzare che si trattasse di un gruppo ben organizzato e pesantemente armato, con kalashnikov, mimetiche e giubbotti anti-proiettile, che potrebbe aver impiegato mesi per preparare i dettagli del colpo. Secondo una prima ricostruzione, avrebbero approcciato l’edificio intorno alle 20.30. Hanno accostato l’escavatore al muro di recinzione e con il braccio del mezzo meccanico hanno sfondato il muro dell’edificio. Altri complici, nel frattempo, hanno scavalcato la recinzione con una scala e sono entrati nella sede, sparando contro i vigilantes per intimidire e prevenire una reazione. Hanno poi prelevato diversi sacchi di denaro, li hanno portati fuori con la benna dell’escavatore e li hanno caricati su un furgone Fiat Ducato bianco, con cui poi si sono dati alla fuga in direzione Cagliari. Nel frattempo chi era rimasto fuori ha ingaggiato uno scontro a fuoco contro una gazzella dei carabinieri, tenendoli a distanza. I militari si sono salvati perché il parabrezza ha retto all’urto dei proiettili. Il traffico intorno all’area era già paralizzato perché il resto della banda aveva bloccato tutte le principali vie di accesso, incendiando auto e cospargendo di chiodi l’asfalto. In tutto il nord Sardegna è scattato il piano antirapina con posti blocco sulle principali strade del Sassarese e del Nuorese, e con l’elicottero dei carabinieri che per tutta la notte ha volteggiato sulla città È la terza volta in meno di 10 anni, ricorda la testa locale, che la sede Mondialpol viene presa d’assalto con queste modalità: nel 2018 erano stati rubati 10 milioni di euro.

La denuncia del sindacato di polizia

«Criminali spietati che non hanno alcuna remore a sparare contro guardie giurate, carabinieri, poliziotti e vigili urbani. Solo per un puro caso, tanta fortuna e altissima professionalità degli operatori non vi è scappato il morto tra le forze dell’ordine». È il comunicato del Siap, il Sindacato italiano appartenenti alla polizia, che evidenzia le violenza dell’episodio e chiede una reazione dello Stato. «La recrudescenza e la violenza di queste bande criminali dedite alle rapine ai portavalori e addirittura ai caveau, necessita di un’immediata reazione da parte dello Stato», scrive il segretario generale in una nota Massimo Zucconi Martelli, «Sassari e la Sardegna in genere non deve diventate un far west. Sono anni che questa provincia sembra dimenticata dal ministero dell’Interno che non invia personale di rinforzo, in grado di sostituire il numeroso personale andato in quiescenza per raggiunti limito di età. Le sole 2 unità inviate in questura con le ultime assegnazioni sono il termometro della considerazione che hanno quegli operatori».

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