Giovane costretto a rovistare tra i rifiuti, maltrattato e con i vermi alle orecchie: condannata a 5 anni la madre

Stessa condanna per il compagno di lei. Il giovane con disabilità è è stato così a lungo privato del cibo da pesare 30 chili a 20 anni

5 anni e 4 mesi in abbreviato. È la condanna comminata a una donna e il suo compagno per aver ridotto in fin di vita il figlio con disabilità di lei. Il giovane è stato così a lungo privato del cibo, scrive la Repubblica, da pesare 30 chili a vent’anni, con evidenti segni e lividi sul corpo, segni di corda a mani e piedi con cui era stato legato e vermi che gli uscivano dalle orecchie. «Un caso drammatico: sarebbe stata questione di ore, non di giorni, e questo ragazzino sarebbe morto», ha detto il procuratore aggiunto Cesare Parodi. Sono stati i medici, che temevano di non riuscire a salvarlo, a richiedere l’intervento della magistratura. Il ventenne è rimasto ricoverato per circa due mesi, e poi portato in una comunità alloggio.


La testimonianza dei vicini di casa: «Rovistava nella spazzatura»

Stando al capo d’imputazione, il ragazzo «è stato sottoposto a una serie di condotte violente, avvenute «colpendolo reiteratamente ma anche con costrizioni al letto con cinghie, sopraffazioni, privazioni materiali di cibo» e «facendolo vivere in condizioni igieniche pessime», tanto da aver determinato il quadro clinico riscontrato in ospedale il 7 agosto 2021. I vicini di casa avevano, inoltre, testimoniato di averlo visto introdursi nella loro proprietà per andare a rovistare nella spazzatura alla ricerca di qualsiasi qualcosa da mangiare. Il fatto che avesse due sorelle, per l’accusa è evidente ci sia stata «una precisa scelta di comportarsi così solo con lui. E non ci interessa nemmeno se possa esserci stato un motivo dietro a una così clamorosa disparità. Nessun motivo al mondo giustifica una cosa del genere», ha detto Parodi che aveva chiesto per entrambi sei anni di carcere.


Maltrattamenti e lesioni

Ora i due dovranno rispondere di maltrattamenti e lesioni. I giudici hanno ordinato, inoltre, la sospensione della potestà genitoriale per la madre che, prima della requisitoria, ha detto di «voler bene» a suo figlio e di non «voler vedere più il suo ex compagno». Il tribunale ha anche disposto una provvisionale di 25 mila euro per il ragazzo, tutelato come parte civile dall’avvocata Emanuela Martini. 

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