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Usa, lo staff di Donald Trump: «Se rieletto uscirà di nuovo dall’Accordo di Parigi sul clima»

Secondo "Politico", l'ex presidente potrebbe anche rimuovere gli Stati Uniti dalla convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici

Qualora venisse eletto nuovamente alla Casa Bianca, Donald Trump uscirebbe di nuovo dall’Accordo di Parigi. A riferirlo è Karoline Leavitte, portavoce della sua campagna elettorale, a Politico. Secondo il giornale statunitense, il tycoon potrebbe spingersi addirittura oltre. Tra le bozze di ordini esecutivi che Trump potrebbe firmare nei suoi primissimi giorni nello Studio Ovale ce n’è uno che prevede la rimozione degli Stati Uniti dalla Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, il trattato firmato a Rio de Janeiro nel 1992 in cui per la prima volta i governi hanno riconosciuto la necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Si tratterebbe di un passo indietro clamoroso nelle politiche per il clima, se non altro perché nel 2022 gli Stati Uniti sono stati responsabili del 13,61% delle emissioni globali di anidride carbonica, secondi solo alla Cina (30,68%).

Le posizioni antiscientifiche di Trump

L’annuncio dello staff di Trump non coglie certo di sorpresa. L’ex presidente americano, in carica dal 2016 al 2020, ha sempre fatto dichiarazioni in aperto contrasto con le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale, arrivando a definire più volte il cambiamento climatico «una bufala». Nel 2016, pochi giorni dopo il suo insediamento, dal sito della Casa Bianca scomparve ogni riferimento alle politiche per il clima. Poco più tardi, Trump sfilò gli Stati Uniti dall’elenco dei Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi, il documento firmato alla Conferenza Onu sul clima del 2015 che impegna i governi a contenere l’aumento della temperatura media mondiale «ben al di sotto» di 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Le politiche adottate da Trump nei suoi quattro anni di presidenza hanno fatto compiere grossi passi indietro agli Stati Uniti in termini di protezione dell’ambiente e lotta ai cambiamenti climatici. Una delle novità più rilevanti dei suoi quattro anni alla Casa Bianca fu, per esempio, la più grande espansione di attività estrattiva di petrolio e gas offshore mai proposta nella storia del Paese. Nei primi mesi del 2024, Trump è finito al centro delle polemiche per aver chiesto un miliardo di dollari di finanziamenti ai dirigenti delle più grandi compagnie petrolifere in cambio dell’approvazione di normative meno stringenti sulle emissioni.

Gli americani e i cambiamenti climatici

Negli Stati Uniti, i cambiamenti climatici non sono altro che una delle tante guerre culturali su cui Democratici e Repubblicani si danno battaglia. Un argomento polarizzante e divisivo, nonostante la comunità scientifica abbia raggiunto da tempo un consenso schiacciante sulla loro esistenza e sul ruolo determinante che giocano le attività umane nel surriscaldamento del pianeta. Secondo un recente sondaggio dell’Università del Michigan, il 15% dei cittadini americani non crede ai cambiamenti climatici. Una percentuale che cresce soprattutto tra gli elettori più conservatori. Un’ulteriore conferma arriva da un sondaggio condotto nel 2022 dal Pew Research Center, uno dei più prestigiosi istituti di ricerca del Paese. Dal 2009 al 2022, la percentuale di elettori democratici che vede nei cambiamenti climatici una «grave minaccia» è passata dal 61% al 78%. Tra chi vota repubblicano è scesa invece dal 25% al 23%.

In copertina: Donald Trump durante un comizio a Philadelphia, in Pennsylvania, 22 giugno 2024 (EPA/Shawn Thew)

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