Caso Karibu, tornano libere (ma con obbligo di firma) la moglie e la suocera di Aboubakar Soumahoro

Il tribunale di Latina ha accolto la richiesta dei legali delle due donne, accusate di bancarotta, frode nelle pubbliche forniture e riciclaggio per la gestione delle cooperative

Dopo otto mesi ai domiciliari, non sono più sottoposte agli arresti Liliane Murekatete e sua madre, Marie Therese Mutkamisindo, rispettivamente moglie e suocera del deputato del Gruppo Misto (eletto in origine con l’Alleanza Verdi e Sinistra) Aboubakar Soumahoro. È arrivata oggi la decisione del collegio penale del tribunale di Latina che ha accolto la richiesta dei legali Lorenzo Borrè e Francesca Roccato di liberare le due donne attualmente imputate nel caso delle cooperative che le due avrebbero gestito in modo fraudolento. Alle due donne è stato tuttavia impartito l’obbligo di firma giornaliero. Anche per Michel Rukundo, cognato di Soumahoro, è stata annullata la misura cautelare, che nel suo caso consisteva sin qui nell’obbligo di dimora: ora dovrà firmare tre volte a settimana. Gli imputati sono accusati di bancarotta, frode nelle pubbliche forniture e riciclaggio.


Il caso coop

Lo scorso aprile la moglie, la suocera e il cognato del «sindacalista degli ultimi» erano stati rinviati a giudizio dal gip del tribunale di Latina, Giulia Paolini, che aveva accolto le richieste del pm Giuseppe Miliano. L’indagine della procura di Latina si è concentrata sulla gestione dei fondi pubblici erogati alla coop Karibu e al consorzio Aid. Secondo gli inquirenti i soldi ottenuti dalla prefettura di Latina sono stati utilizzati per beni di lusso come vestiti, borsette, ristoranti e investimenti esteri, lasciando invece i migranti, a cui quelle somme erano destinate, freddo e scarsità di cibo. L’inchiesta era partita dopo le denunce di alcuni lavoratori della cooperativa Karibu.


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