L’Italia ha adottato Luciano Spalletti e non solo come allenatore. Pioggia di contributi pubblici sul suo albergo e la sua società agricola

Solo negli ultimi 12 mesi alla Safe sono arrivati oltre 20mila euro di aiuti pubblici: in nome dell’agricoltura biologica

L’ultimo bonifico per una somma minuscola (128,64 euro) è arrivato il 17 giugno scorso dalla agenzia regionale toscana Artea sul conto della Safe società agricola e il suo proprietario probabilmente non se ne è ancora accorto: è infatti Luciano Spalletti, l’allenatore della nazionale di calcio che in quel momento era ancora impegnato nella performance disastrosa dei campionati europei in Germania.


Aiuti dalla Regione Toscana per la scelta di fare agricoltura biologica

Quell’ultimo bonifico è però solo il saldo dei contributi che Artea ha girato nell’ultimo anno alla società agricola di Spalletti, di cui è amministratrice unica la moglie, Angela Tamara. Nel giro di dodici mesi sono arrivati infatti con vari bonifici 20.770,85 euro di aiuti pubblici, il grosso dei quali per una ragione “green”: la scelta della società di introdurre e poi mantenere l’agricoltura biologica. La somma è considerevole perché la società ha un fatturato inferiore ai 200 mila euro e nell’ultimo bilancio depositato registrava una perdita di 3.143 euro. Lo Stato italiano ha anche bonificato alla Safe il 31 maggio 2023 un contributo a fondo perduto da 2 mila euro a titolo di risarcimento per le restrizioni subite con il Covid (che quell’anno però non c’erano più) ed è evidente che l’agricola di Spalletti senza aiuti pubblici avrebbe avuto perdite assai rilevanti rispetto ai ricavi.


Bonifici anche dallo Stato centrale come aiuti Covid pure nel 2023 e nel 2024

Lo Stato italiano ha evidentemente adottato a tutto tondo l’allenatore della Nazionale, non solo per lo stipendio ovviamente pagato per quell’incarico. Perché aiutini pubblici ne sono arrivati nell’ultimo anno anche alla seconda società posseduta da Spalletti e di cui Luciano è pure amministratore unico: La Rimessa srl di Montaione in provincia di Firenze. È una società che gestisce come b&b alcuni casali ristrutturati nella campagna di quel paese fiorentino, anche essa con un fatturato inferiore ai 200 mila euro e con un piccolo utile da 1.476 euro nell’ultimo bilancio depositato in Camera di commercio. Dallo Stato italiano sono arrivati 6.206,89 euro di contributi a risarcimento delle restrizioni Covid tutti nel 2023 fatta eccezione per un bonifico da 407 euro a saldo emesso il 4 aprile scorso.

L’albergo diffuso nella campagna fiorentina, ma quest’estate resta poca disponibilità

Il complesso alberghiero posseduto da Spalletti è diviso in cinque diverse strutture, una delle quali a sua volta frazionata in due appartamenti: Casa Matilde, Casa Marcello, la Fornace (1 e 2), Il Fienile e La Casa padronale. Le strutture più piccole possono dare ospitalità a quattro persone in due camere da letto ognuna con bagno proprio, mentre il Fienile può ospitare 8 persone in 4 camere da letto sempre con il bagno proprio e la Casa padronale di camere ne ha 5 con bagno in grado di ospitare fino a 10 persone. C’è ancora disponibilità per questa estate, ma non tantissima perché molte strutture sono già prenotate. I prezzi variano a seconda del periodo e della struttura. Ad agosto si va da circa 270 a 650 euro a notte a seconda della grandezza della struttura.

Luciano stesso dà il benvenuto agli ospiti spiegando le analogie fra la natura e il calcio

Sul sito de La Rimessa è proprio Luciano Spalletti a dare il benvenuto ai possibili ospiti, pubblicando anche un video in cui spiega la filosofia di quell’albergo diffuso di campagna. “La Rimessa”, spiega l’allenatore della Nazionale, «non vuole essere solo meta di vacanza, ma regalare una esperienza, un ritorno alle semplici emozioni dimenticate, fra natura ed animali». Spalletti poi aggiunge: «Per quella che è la nostra filosofia ogni persona può diventare padrona di un pezzo di terra su questo pianeta, ma non potrà mai esserlo della bellezza che ci sta sopra. Essa appartiene alla natura e noi dobbiamo averne cura e condividerla con gli altri». L’allenatore della Nazionale chiude così: «Trovo molte analogie fra l’allenare e produrre vino. Entrambe le attività permettono di lavorare all’aria aperta, di creare strategie, contenuti e trovare soluzioni. Poi naturalmente ci sono i risultati…». Ecco, quelli sono mancati con l’Italia. C’è da sperare per lui che sia andata meglio con il vino…

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