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Il ministro Sangiuliano: «Ecco perché Liliana Segre ha ragione»

01 Luglio 2024 - 06:23 Redazione
gennaro sangiuliano liliana segre
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Il ministro della Cultura del governo Meloni scrive a Repubblica

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano scrive oggi una lettera a Repubblica per dire che Liliana Segre ha ragione. «Ignoranza, pregiudizio, amoralità tornano a manifestarsi purtroppo tra i giovani. Per sconfiggere l’antisemitismo occorre perciò lavorare sulla memoria e la cultura. Ed è quello che il governo Meloni sta facendo con atti tangibili e concreti», sostiene. E aggiunge che «quando a poche settimane dall’assunzione del mio incarico, l’amica senatrice Ester Mieli mi rappresentò la giusta osservazione della senatrice a vita Liliana Segre che aveva notato come all’interno della Stazione Ferroviaria di Milano mancasse una segnaletica storica in grado di indirizzare i passeggeri — che sono milioni l’anno — verso il “Binario 21” e il memoriale della Shoah, accolsi immediatamente questa sacrosanta esigenza, condividendone in tutto il valore etico e morale. Insieme alla senatrice, in una giornata che porterò nel cuore, abbiamo inaugurato un totem multimediale che racconta le vicende del “Binario 21” da cui partirono gli ebrei milanesi diretti ai campi di sterminio».

Il museo nazionale della Shoah

Sangiuliano ringrazia Segre «per la sua testimonianza e il suo coraggio, che ne hanno fatto un riferimento morale per tutti noi. Il governo Meloni ha portato in Parlamento che ha poi approvato la legge istitutiva del Museo nazionale della Shoah, che sorgerà a Roma. Il provvedimento è stato varato all’unanimità da Senato e Camera, e questo è un bene, perché su principi così alti non ci si divide». E conclude: L’antisemitismo, che sia di destra o di sinistra, non è accettabile nella civiltà. Ho ripreso tra le mani un libro fondamentale: “Le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt, nella edizione Einaudi, e ne estrapolo un monito chiaro: “Non possiamo più permetterci il lusso di prendere quel che andava bene in passato e chiamarlo semplicemente retaggio, di scartare il cattivo e considerarlo semplicemente un peso morto che il tempo provvederà da sé a seppellire nell’oblio”».

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