Maltempo al Nord-Ovest, nubifragi e danni in Piemonte. In corso l’evacuazione di 500 turisti a Cogne

Strade interrotte, danni da grandine e acquedotto non funzionante: la stagione turistica nella valle del Gran Paradiso appare pregiudicata

Cogne resta isolata dalle frane che hanno reso inservibili le strade di collegamento con il paese della valle del Gran Paradiso. Anche a Cervinia e in altri Comuni della Valle d’Aosta i danni sono ingenti e ci vorranno «varie settimane» per riportare la situazione alla normalità. La stagione turistica, ormai, appare pregiudicata. Intanto, all’alba, sono ricominciate le evacuazioni da Cogne, dove ci sono ancora 500 turisti da trasportare in elicottero. Ieri, 30 giugno, gli elicotteri della Protezione civile e della Guardia di finanza hanno effettuato 92 turnazioni, portando al campo sportivo di Aymavilles in totale 499 persone. Lo riporta l’Ansa, che scrive anche che si sta lavorando per cercare di ripristinare l’acquedotto, anch’esso danneggiato dall’ondata di maltempo.


I nubifragi

I nubifragi, che hanno interessato l’arco alpino del Nord-Ovest, hanno causato molti danni anche in Piemonte. Decine gli interventi dei Vigili del fuoco. Da una vasta zona del Canavese sono arrivate diverse segnalazioni per i danni provocati da grandine e vento. Le grandinate hanno devastato anche le aree di pianura: a Cuorgnè e a Forno, per esempio, i chicchi di notevoli dimensioni hanno frantumato i vetri di molte auto. Preoccupano i corsi d’acqua che hanno superato pericolosamente i livelli di allerta. Mentre la stima dei danni deve essere ancora conclusa, dall’Uncem – Unione nazionale Comuni, comunità e enti montani – viene denunciata la scarsa solidarietà da parte dei capoluoghi delle regioni colpite.


Cervinia, Cogne e i comuni della Valle Orco

«Non ho sentito nelle ultime ore la solidarietà di molte grandi città nei confronti di Cervinia, Cogne, dei Comuni della Valle Orco e delle Valli di Lanzo. L’emergenza climatica che ha ancora ha colpito i versanti e gli abitati è una questione che riguarda anche Torino, Milano, Genova. Le seconde case di chi proviene da questi grandi centri sono migliaia e la proiezione di questi sistemi urbani sulle località montane non possiamo dire oggi sia metromontana, visto che dopo gli enormi danni delle ultime ore ancora una volta le grandi città non hanno compreso che quei problemi nelle zone montane sono anche loro».

A dichiararlo, in una nota congiunta, Marco Bussone e Jean Barocco, rispettivamente presidente e consigliere nazionale dell’Uncem. «C’è uno stretto legame. Comprenderlo permetterebbe di definire relazioni tra territori, che oggi sono solo flussi turistici. Non vi è ulteriore relazione. Milano si accorga che quelle frane di Cervinia sono anche sue. Questione culturale e politica. Tutta da affrontare per non lasciare soli i sindaci dei Comuni montani».

ANSA | La frana, causata dal maltempo che ha colpito l’area alpina nelle ultime ore, che di fatto ha isolato Cervinia, 30 giugno 2024

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