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Meloni «arrabbiata» scrive ai vertici FdI dopo l’inchiesta di Fanpage: «Abbiamo già fatto i conti col Ventennio: fuori chi vuol farci tornare indietro»

02 Luglio 2024 - 17:56 Redazione
La lettera della premier dopo i casi di antisemitismo e razzismo emersi dall'inchiesta sul movimento giovanile del suo partito. Intanto la Commissione Segre ha acquisito i filmati

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni scrive una lunga lettera ai dirigenti di Fratelli d’Italia dopo la diffusione da parte di Fanpage della seconda puntata dell’inchiesta su Gioventù Nazionale. «Il nostro compito è troppo grande perché si possa consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi non è in grado di capire cosa sia Fratelli d’Italia e quali siano le grandi sfide storiche della nostra epoca. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi vuole farci tornare indietro, o con chi ci trasforma in una macchietta. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi, inconsapevolmente o meno, diventa uno strumento nelle mani dell’avversario», si legge nella nota. Per la premier «chi non è in grado di capirlo, chi non ha compreso questo percorso, chi non è in condizione di tenere il passo, non può far parte di Fratelli d’Italia».

Il primo filmato diffuso dalla testata online diretta da Francesco Cancellato mostrava gli iscritti al movimento giovanile di FdI – la futura classe dirigente del partito al governo – mentre intonavano, tra le altre cose, inni al Duce, definendosi «camerati». Mentre nel secondo video, pubblicato nei giorni scorsi, gli stessi giovani sono stati catturati dalle telecamere di Fanpage mentre pronunciavano omaggi a “zio Benito”, insulti antisemiti e razzisti, attacchi alla senatrice Ester Mieli. «L’ho detto e ripetuto decine di volte, ma casomai ce ne fosse bisogno lo ripeto», continua Meloni nella lettera. «Non c’è spazio, in Fratelli d’Italia, per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ‘900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore. I partiti di destra dai quali molti di noi provengono hanno fatto i conti con il passato e con il ventennio fascista già diversi decenni fa e a maggior ragione questo vale per un movimento politico giovane come il nostro, che fin dalla sua fondazione ha peraltro fatto la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili con la nostra, accogliendo persone che arrivavano anche da percorsi politici diversi da quello della destra storica», afferma la premier. 

«Non siamo come vorrebbero dipingerci»

Nella lunga lettera indirizzata ai dirigenti del suo partito, Meloni si descrive come «arrabbiata e rattristata per la rappresentazione di noi che è stata data dai comportamenti di alcuni giovani del nostro movimento ripresi in privato». Per la premier, FdI e i suoi giovani non sono «come vorrebbero dipingerci. Non lo siamo noi e non lo sono i nostri ragazzi di Gioventù Nazionale – aggiunge -. Abbiamo un movimento giovanile forte, sano, colorato, curioso e aperto. I nostri ragazzi, che a volto scoperto e la faccia pulita, con volantini e iniziative, difendono la Libertà nelle scuole e nelle università dalla violenza e dall’arroganza della sinistra, sono i primi a essere danneggiati da questa brutta storia. Proprio per questo, non c’è alcuno spazio tra le nostre fila per chi recita un copione macchiettistico utile solo al racconto che i nostri avversari vogliono fare di noi». «Noi – sottolinea ancora Meloni – abbiamo fatto della trasparenza e della coerenza i nostri tratti caratteristici. Noi facciamo quello che diciamo e siamo quello che appariamo. Non c’è trucco e non c’è inganno. Chi crede che possa esistere una immagine pubblica di Fratelli d’Italia che non corrisponde ai suoi comportamenti privati, semplicemente, non ha capito cosa siamo, e dunque non è il benvenuto tra noi».

«Da FdI chiara condanna a nazismo, comunismo e fascismo»

Poi, la condanna: «La nostra linea è da sempre molto chiara. Nel 2019 abbiamo aderito con totale convinzione alla risoluzione del Parlamento Europeo “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, con la quale si condannavano senza esitazione tutte le dittature del ‘900 (nazismo, comunismo e fascismo). Un passaggio doveroso e necessario a superare l’odio che ha attraversato l’Europa e guardare a un futuro di pace e libertà», scrive ancora Meloni, sottolineando che «l’adesione a questa importante risoluzione europea segnava lo spartiacque per tutte le forze politiche del continente tra chi ha deciso di lasciarsi alle spalle il passato e chi invece vive ancora di nostalgia e rancore. Ma – continua la presidente del Consiglio -, per noi, a differenza di quanto accaduto in altri partiti politici, che hanno attraversato questo momento con accesi dibattiti interni, e hanno visto alcuni dei loro esponenti astenersi, è stato naturale votarla», aggiunge Meloni rimarcando «si è trattato di uno dei molti atti, delle molte prese di posizione che rendono cristallina la nostra posizione sulla storia del ‘900. Una posizione che non intendo mettere in discussione».

«FdI ha costretto altri partiti a definirsi patriottici»

Per Meloni, FdI è il «movimento dei patrioti italiani. Di tutti i patrioti, a prescindere dalla loro provenienza politica». E non solo «il partito della destra italiana», scrive. La premier ricorda ancora «lo scherno che ci fu dedicato in quei giorni», ovvero durante il congresso nazionale di Trieste del 2017. «”Patrioti è una parola desueta, buona per un film su Garibaldi”, dicevano. Eppure – continua Meloni – oggi nessuno ripeterebbe quelle parole, perché la verità è che noi abbiamo segnato la rotta, costringendo tutte le forze politiche a definirsi, pian piano, “patriottiche”». La premier ricorda anche il congresso programmatico di Torino del 2019 e l’adesione «al movimento conservatore», ovvero una scelta fatta «con convinzione e non per calcolo politico, perché questa è la grande sfida delle società occidentali: il confronto, la contrapposizione a volte, tra chi vuole guardare al futuro mantenendo le proprie radici e chi invece quelle radici vorrebbe estirparle reputando l’identità e l’appartenenza un ostacolo alla realizzazione di un mondo diverso (e vittima di un approccio ideologico)». La leader di FdI si dice «convinta che la costante crescita del partito sia il frutto di questo nostro lungo percorso. Del fatto che gli italiani vedano in noi la forza politica che più di ogni altra ha a cuore l’interesse nazionale, e che più di ogni altra difende i valori “conservatori” della terra, della vita, della famiglia, della libertà. È per questo che gli italiani ci hanno dato la loro fiducia anche quando si è trattato di decidere a chi affidare le sorti della Nazione».

«Temono FdI perché alternativo a palude socialdemocratica»

E, infine, l’attacco alla sinistra: «I successi di questo primo periodo di Governo, confermati anche dal risultato delle elezioni europee, sono la dimostrazione che esiste una alternativa al lungo declino che ha vissuto l’Italia. Siamo la testimonianza concreta che la destra conservatrice può ben governare in Patria e al contempo rafforzare il quadro di alleanze internazionali e attrarre i grandi investitori. Siamo la dimostrazione che la narrazione fatta dai grandi media e dagli osservatori di parte era falsa, che esiste una alternativa credibile alla palude socialdemocratica europea e occidentale», si legge nella lettera indirizzata ai dirigenti del partito. «È esattamente per questo che facciamo tanta paura, non solo in Italia, a chi vuole difendere lo status quo – aggiunge la presidente del Consiglio -. È questa la grandiosa sfida che stiamo combattendo. È questa la rivoluzione per la quale molti di noi stanno sacrificando intere porzioni della loro vita, senza lamentarsi. Ed è questo, soprattutto, il motivo per il quale riceviamo attacchi di ogni genere, senza regole, senza limiti, senza esclusione di colpi. Non possiamo fermare questi attacchi ma possiamo fare tutto il possibile per essere adeguati al ruolo che gli italiani ci hanno affidato», conclude.

La commissione Segre acquisisce i filmati

Nel frattempo, la commissione Segre (che al Senato si occupa di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza) ha deciso di acquisire i video dell’inchiesta giornalistica sui militanti di Gioventù nazionale, i giovani di Fratelli d’Italia. L’esigenza – espressa nella riunione in corso al Senato e con la senatrice Liliana Segre in collegamento – è stata condivisa da tutti i gruppi parlamentari e segue alla richiesta contenuta in una lettera dell’ex parlamentare di Forza Italia, Elio Vito. I filmati verranno acquisiti per approfondire quanto emerso e decidere eventuali azioni.

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