Valditara e la linea dura sui cellulari in classe: «Potremmo vietarli a elementari e medie»

Il ministro leghista chiude il G7 dell’Istruzione e fa il punto anche sul “caso-maturande” di Venezia

Nelle prossime linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il prossimo anno scolastico, con riferimento all’Educazione civica, verrà fortemente sconsigliato l’uso del cellulare in classe. Lo riferisce il ministro Giuseppe Valditara confermando quanto anticipato nei mesi scorsi. «Stiamo però valutando di inserire un vero e proprio divieto per le elementari e le medie. Parliamo sempre dell’uso del cellulare, non dei tablet, in classe e non a scuola», precisa il ministro in un’intervista al Il Messaggero, facendo un bilancio del G7 Istruzione di Trieste dove «è stata apprezzata la via italiana all’Istruzione pubblica». Sui cellulari a scuola, ha aggiunto il ministro a colloquio con Ernesto Menicucci, «l’Ocse ha ricordato come l’utilizzo in età troppo precoce penalizzi l’apprendimento di certe materie, come la matematica».


I temi del G7

Nell’ambito del vertice dedicato all’istruzione, sono diversi i temi affrontati e i cavalli di battaglia che Valditara ha scelto di portare sul tavolo. Tra questi, riferisce il ministro leghista, «la personalizzazione della formazione per gli studenti e poi la valorizzazione dei talenti, argomenti su cui abbiamo investito creando la figura del docente tutor che aiuta gli studenti nel loro processo di crescita. Una politica concreta di lotta alla dispersione scolastica e – ha aggiunto – il contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Altro aspetto importante che ha visto tutti concordi è la necessità di restituire autorevolezza ai professori».


Caso Foscarini

Il ministro è intervenuto anche sulla polemica maturità che da giorni sta coinvolgendo il liceo Foscarini di Venezia, dove alcune studentesse hanno scelto di fare scena muta alla prova orale per protesta contro la raffica di insufficienze gravi alla seconda prova di greco. Il ministero, in questi giorni, ha avviato un’ispezione. «Non abbiamo ancora riscontri, ma gli ispettori stanno valutando gli elaborati, per capire se le correzioni sono coerenti con la valutazione data. Le ragazze hanno parlato di possibili discriminazioni, di ripicche fra qualche commissario. È giusto verificare e capire cosa è successo per garantire la serietà della scuola», dichiara oggi il ministro. Che, però, precisa che la revisione del giudizio non è nei poteri del Ministero. Se le studentesse lo riterranno opportuno, potranno decidere di impugnare la questione davanti al Tar.

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