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Le origini liguri, l’amore in Piemonte, l’amicizia con papà Totti. È volato Orlando, custode dei segreti della chiesa di Vallo di Nera

02 Luglio 2024 - 20:33 Franco Bechis
Orlando era il Cicerone ufficiale che accompagnava i visitatori alla scoperta di quella gemma preziosa che è la chiesa di Santa Maria a Vallo di Nera

Il messaggio mi è arrivato dalla sindaca di Vallo di Nera, un paesino poco lontano da Spoleto sulla strada che porta a Norcia: «Questa notte se ne è andato Orlando». Chi mi legge difficilmente lo avrà conosciuto: Vallo di Nera ha qualche decina di anime ancora residenti, anche se è assai noto ai turisti grazie alle energie che spende per farla conoscere Agnese Benedetti, una delle sindache del Pd (da poco rieletta con una lista civica) più intelligenti che mi sia capitato di incontrare. Ogni anno grazie alla manifestazione «Fior di cacio», in cui i contadini e gli allevatori della zona mettono in mostra le prelibatezze della terra (non solo formaggi straordinari, ma anche salami come si facevano una volta, sotto cera o sotto cenere), migliaia di visitatori raggiungono Vallo e poi magari salgono la Valnerina, fino a Norcia o a Castelluccio.

Gli affreschi del Trecento e quel dipinto sulla transumanza dei maiali di cinta senese

Orlando che l’altra notte è volato via era il custode dei segreti della chiesa di Vallo di Nera, il Cicerone ufficiale per visitare quella gemma preziosa che è la chiesa di Santa Maria, costruita all’inizio del XII secolo. Chiusa per molti anni in seguito ai terremoti che hanno colpito quell’area dell’Umbria, solo da pochi è riaperta e visitabile al pubblico che ne può ammirare un ciclo di affreschi e di storia davvero unico. C’è una parte del grande affresco del giubileo ripetuto dal Papa solo per gli abitanti del paese che ne erano restati esclusi per una guerra intestina trecentesca. E anche un cammeo che poco conterà nella storia dell’arte, ma ha valore per quella della natura: due maiali di cinta senese lì dipinti nel Trecento che indicano una transumanza nell’Italia centrale con questa unica testimonianza.

Al centro con la fascia tricolore Agnese Benedetti, sindaca di Vallo di Nera

Il patto di Orlando con la sindaca Pd di Vallo di Nera: sapienza in cambio di casa

La chiesetta vale la visita, ma valeva davvero l’incontro anche il suo Cicerone per caso. Orlando Serola non era nato lì, ma in Liguria. Aveva conosciuto la donna della sua vita a Nizza Monferrato, passato il confine con il Piemonte e lì aveva preso casa. Insieme si erano trasferiti a Roma, e la nuova casa era diventata quella nel consorzio di Axa, proprio a fianco della famiglia di Francesco Totti. Orlando divenne grande amico del papà di Francesco, Enzo (che si portò via il Covid nel 2020), e vide crescere il Pupone ai primi successi calcistici. Qualche anno fa decise che era giunto il momento di non tornare più a Nord e vendette la casa di Nizza Monferrato, cercando di reinvestire il ricavato in una casetta di campagna più vicina. Un amico lo portò a Vallo di Nera per fargliela vedere, il figlio che era stato lì nei suoi tour in moto gliela magnificò. Il resto lo fece la sindaca, Agnese Benedetti, che da tempo cercava di ripopolare il suo paese medioevale aiutando la ristrutturazione delle abitazioni. Agnese propose un patto ad Orlando: fosse vissuto lì stanziale nei mesi turistici dell’anno, la casa l’avrebbe ricevuta gratis. A patto di impegnarsi ad aprire la chiesetta diventandone il Cicerone ufficiale. Orlando disse sì, e si fece quella che chiamava «una full immersion» con un professore di storia dell’arte che gli spiegasse affreschi e segreti di Santa Maria.

I salami all’antica Fior di cacio

L’incontro casuale con quel Cicerone che sognava storie del Trecento

Una delle prime domeniche di riapertura dopo la pandemia con mia moglie feci una gita in Valnerina sperando di vedere aperta la chiesetta dove ero stato qualche anno prima durante l’apertura straordinaria fatta per Fior di Cacio. Mentre cercavo la strada da una finestra in cima a un antico palazzo risuonò una voce: «Ma lei non è il giornalista sempre da Enrico Mentana?». Era Orlando, fedelissimo di La7 e delle varie Maratone. Spiegai che cercavo quella chiesetta, e lui scese in strada anche se era l’ora di pranzo per aprirmela e raccontarmela come solo lui sapeva fare. Anche immaginandosi storie di sua esclusiva fantasia dietro ogni affresco. E mentre raccontava la bellezza narrava anche la sua vita, l’amore per la donna che lo aveva seguito fin dal primo incontro, il dolore per la perdita dell’amico Enzo Totti, e davvero tutto di sé con una umanità e un sapere davvero raro. Ci siamo tenuti in contatto dopo quel giorno e mi informava talvolta dei grandi eventi di Vallo di Nera. Che ora perde una luce particolare che sapeva illuminarla come poche altre.

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