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Alberto Zangrillo, storico medico di Silvio Berlusconi: «Curarsi diventerà un lusso e la colpa è della politica»

03 Luglio 2024 - 22:26 Ugo Milano
Le parole del primario del San Raffaele: «Non è vero che sono il medico dei ricchi, sono il medico di migliaia di persone»

«La salute è il bene supremo, ma farsi curare diventerà il più grande lusso». L’ultimo appello sulla crisi della sanità pubblica non arriva da comitati o associazioni in difesa del Servizio sanitario nazionale, ma da Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele di Milano e storico medico personale di Silvio Berlusconi. Nel corso dell’evento “Incontri d’estate”, organizzato dall’emittente genovese Telenord, Zangrillo ha accusato la politica di aver portato la sanità pubblica allo sfascio: «Mi ci sono sempre tenuto distante. Sono un osservatore esterno, sempre molto critico e anche molto lontano. Ho conosciuto – ha aggiunto il primario del San Raffaele, citato da Repubblica – la politica di destra, di sinistra e di centro e posso dire che non mi piace. Non è una politica fatta di passione ma di opportunismo».

«Non sono il medico dei vip»

Le parole di Zangrillo sulla crisi della sanità pubblica potrebbero cogliere qualcuno di sorpresa, se non altro perché lo storico medico di Silvio Berlusconi lavora in un ospedale privato, il San Raffaele di Milano. «Non sono il medico dei vip e dei ricchi, migliaia di persone lo possono testimoniare», ha replicato Zangrillo nel corso dell’evento di Telenord. «Poi una serie di circostanze mi hanno portato ad essere conosciuto soprattutto per essere stato il medico di…”», ha continuato Zangrillo. Ma perché l’accesso alle cure sanitarie diventerà il lusso? La spiegazione del primario del San Raffaele è la seguente: «La sanità è ricerca, tecnologia e innovazione. Le terapie innovatrici portano a cure estremamente costose. E laddove c’è qualcosa che costa l’uomo accosta questo concetto alla speculazione. Insomma, c’è subito qualcuno che ci specula».

Le disparità tra Nord e Sud

Il problema non è solo nei costi troppi elevati, ma anche nella disparità territoriale. «A parità di patologia, e questo ve lo posso certificare, si vive di più al Nord che al Sud. E chi lo nega è in malafede», ha detto Zangrillo senza troppi giri di parole. «Questo vuol dire che sono meno preparati i medici del Sud? Assolutamente no. Io lavoro – ha continuato – con almeno il 50% dei miei collaboratori che provengono dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Campania e son preparatissimi». Il problema, semmai, è che «ci sono delle distrazioni di economia che vanno a beneficio di qualcos’altro», spiega ancora Zangrillo.

Le tasse non pagate

Se la sanità si ritrova senza soldi la colpa è anche dell’evasione fiscale. Anche in questo caso Zangrillo fa un esempio molto concreto: «Molti non pagano le tasse, molti che accolgono i turisti nella nostra Liguria durante il periodo estivo fanno il nero e lo sappiamo tutti perfettamente. In quel momento eludono il pagamento delle tasse e aggravano il problema».

In copertina: Alberto Zangrillo ai funerali di Silvio Berlusconi, a Milano, 14 Giugno 2023 (ANSA/Matteo Corner)

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