Alex Marangon e la festa new age a base di allucinogeni, i sospetti sull’ayahuasca e la crisi prima di sparire

Il 26enne è stato trovato nel fiume Piave due giorni dopo essere scomparso da una cerimonia con rito sciamanico. Si attendono gli esiti dell’autopsia e degli esami tossicologici

Aveva alcune ferite il corpo di Alex Marangon, il 26enne di Marcon ritrovato ieri 2 luglio dopo essere scomparso due giorni prima, durante una festa new age all’interno dell’Abbazia di Santa Bona di Vidor, in provincia di Treviso. I partecipanti a quella festa avrebbero assunto della ayahuasca, una sostanza allucinogena che potrebbe in parte spiegare i motivi dell’allontanamento del ragazzo e il suo successivo ritrovamento sul greto del fiume Piave. Secondo quanto riporta Repubblica, la festa doveva essere una cerimonia di musica medicina. Doveva durare due giorni, durante i quali però non tutti sarebbero riusciti a contenere gli effetti della sostanza.


Le ferite sul corpo del barman

Sarà l’autopsia disposta dalla procura di Treviso a portare ulteriori chiarimenti su come sia morto il barista, che lavorava a Bolzano e che amici e parenti raccontano come pieno di vita e progetti. Nessuno delle persone a lui vicine crede all’ipotesi del suicidio. Qualcuno però avrebbe raccolto le testimonianze di chi ha partecipato a quella festa. Un passaparola che sta facendo emergere i primi dettagli sulla cerimonia in cui sarebbe stata consumata la sostanza allucinogena. Da una prima visita del medico legale sono state trovate ferite a un occhio e all’addome sul corpo di Marangon. E poi un morso, relativo probabilmente all’attacco di un animale selvatico. Una prima ipotesi sulle ferite indica che sarebbero state provocate dal trascinamento del corpo nel fiume. Ma sarà l’esame autoptico a portare maggiori certezze.


Che cos’è la ayahuasca

Prima della scomparsa di Marangon, la festa nell’abbazia andava avanti ormai per il secondo giorno. E per altrettanto tempo la ventina di partecipanti avrebbe assunto la ayahuasca, secondo Repubblica. Si tratta di una pianta allucinogena illegale in
Italia, che per secoli è stata utilizzata in Sud America dagli sciamani che la considerano sacra.

La crisi di Marangon

Dopo due giorni di assunzione della sostanza allucinogena, Marangon avrebbe avuto una crisi. Il 26enne avrebbe quindi deciso di abbandonare l’abbazia per immergersi nei boschi, poco distante dal fiume. Nessuno tra chi vigilava all’ingresso sarebbe riuscito a fermarlo. Un gruppo ha provato a trattenerlo, ma Marangon avrebbe iniziato a correre. Che cosa sia successo dopo è ancora tutto da verificare, così come i racconti dei partecipanti, da parte della procura di Treviso. Marangon potrebbe aver avuto delle allucinazioni. E in uno stato di alterazione così grave, potrebbe essere precipitato nel fiume senza riuscire a risalire a riva.

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