Angelo Onorato, nessun altro Dna sulla fascetta? Per la famiglia non basta: «Un killer userebbe i guanti»

Sono ancora diversi gli accertamenti in corso nell’indagine per omicidio dell’imprenditore palermitano. Il post della moglie Francesca Donato sui guanti in lattice

Non basta alla famiglia di Angelo Onorato l’ultimo sviluppo delle indagini sulla morte dell’imprenditore per arrendersi all’ipotesi del suicidio. Nelle ultime ore sono emersi i risultati delle analisi sulla fascetta, che era stata trovata stretta al collo di Onorato lo scorso 25 maggio, quando l’uomo era stato ritrovato senza vita nella sua auto alla periferia di Palermo. Gli esami hanno fatto emergere che non ci sono tracce di Dna diverse da quelle dell’imprenditore. Un dettaglio che «non appare decisivo», spiega l’avvocato Vincenzo Lo Re a nome della famiglia in una nota.


Il guanto e «mezza parola» di Francesca Donato

La moglie di Onorato, l’ex eurodeputata Francesca Donato, sui social ha rotto il lungo silenzio che si era imposta nelle ultime settimane. E ha postato la foto di un guanto di lattice con su scritto: «Guanti in nitrile blu monouso», con una brevissima didascalia: «Mezza parola». Tanto basterebbe per Donato a spiegare perché l’assenza di altri Dna non sarebbe determinante per escludere l’ipotesi di un omicidio. Lo stesso avvocato Lo Re conferma come il risultato della analisi sulla fascetta «non terrebbe in considerazione l’ipotesi di un killer che, certamente, avrebbe utilizzato dei guanti».


Altri accertamenti in corso

L’indagine dovrà necessariamente andare avanti. Anche perché spiega l’avvocato «sono ancora in corso numerosi accertamenti, coperti dal segreto investigativo, relativi alla ricostruzione di quanto accaduto quella mattina in prossimità della vettura di Angelo Onorato». Le telecamere di sicurezza avevano escluso che altre persone si fossero avvicinate all’auto. Ma le immagini non avrebbero tenuto conto della possibilità che l’eventuale omicida fosse passato da un punto non coperto dalle telecamere. Perciò, Lo Re invita tutti a «non trarre conclusioni parziali».

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