Cdm, il decreto Svuotacarceri del governo Meloni: no a sconti di pena, sì alle strutture alternative

Urge alleggerire il peso della popolazione carceraria, arrivata a 61.480 detenuti per 51.234 posti totali previsti. Mentre a luglio si registra già il primo suicidio in un penitenziario

Convocata una riunione tecnica alle ore 11 di oggi, 3 luglio, a Palazzo Chigi. Dopodiché, smussate le ultime spigolature, il decreto cosiddetto Svuotacarceri passerà al vaglio del Consiglio dei ministri, in programma sempre oggi, alle 17. L’iniziativa di Carlo Nordio, ministro della Giustizia, si è resa urgente con l’arrivo della stagione estiva. Oltre alle alte temperature, da sempre un problema per la salute dei detenuti, i penitenziari stanno diventando una polveriera di disagio e violenza per il sovrappopolamento carcerario. In Italia, stando al dato aggiornato al 30 giugno, ci sono 61.480 persone sottoposte a custodia, a fronte dei 51.234 posti totali previsti dalle strutture.


Le tre direzioni in cui si muove il governo

Il numero esorbitante di detenuti e le conseguenti condizioni di vita di essi rientrano tra le cause dei suicidi in cella. Nel 2024, il fenomeno sta raggiungendo delle cifre record. Il primo luglio c’è stato l’ultimo detenuto a togliersi la vita, un 21enne rinchiuso a Paola. In appena sei mesi – da inizio anno -, si sono suicidati 49 detenuti e 5 agenti penitenziari: quasi una morte ogni due giorni. Nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, al primo punto è inserito lo schema di decreto legge sulle «misure urgenti in materia penitenziaria, penale e per l’efficienza del processo penale nonché in materia di diritto ed esecuzione civile». L’idea di Nordio, tuttavia, non è quella di adottare sconti di pena per alleggerire la popolazione carceraria.


Il ministro e l’esecuzione penale esterna

Secondo quanto dichiarato dal ministro stesso, il primo luglio a Milano – a margine dell’inaugurazione della sede milanese del Tribunale dei brevetti – sarebbero tre le direzioni in cui agire. Ovvero misure alternative per i reati lievi e per i tossicodipendenti, evitare gli abusi della carcerazione preventiva e far scontare, agli stranieri, la pena nei rispettivi Paesi d’origine. «Chiamarlo decreto Svuotacarceri è un po’ improprio – ha spiegato Nordio – era previsto come sapete nel precedente Consiglio dei ministri e poi è stato arricchito di altri provvedimenti sempre migliorativi. Prima di tutto, consentire di scontare le pene per i reati minori e anche per i tossicodipendenti in strutture diverse da quelle carcerarie». Combattere, dunque, il sovrappopolamento incentivando l’esecuzione penale nelle comunità e, contemporaneamente, tentando una strada che combacia con la propaganda meloniana.

Gli abusi della carcerazione preventiva

«Noi abbiamo quasi 20 mila reclusi stranieri. Se riuscissimo anche solo per la metà a concludere accordi con i Paesi di origine per far scontare lì le pene avremmo già quasi risolto il problema», ha affermato il Guardasigilli. Infine, lo Svuotacarceri dovrebbe affrontare anche il nodo della carcerazione preventiva. Un istituto che, secondo il centrodestra al governo, è spesso abusato. Anche in questo ambito, Nordio ha appoggiato la sua argomentazione sui numeri: «Abbiamo circa il 20% di persone in attesa di giudizio e molte di queste alla fine statisticamente vengono assolte, quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata». La rivoluzione, in questo senso, è già stata indicata: «La custodia cautelare sarà emessa da un organo collegiale previo interrogatorio di garanzia del deputato. Quindi limiterà molto la carcerazione preventiva e anche questo sarà un modo di alleggerimento. Naturalmente anche qui è illusorio pensare che possa accadere da un momento all’altro però la via è stata tracciata e già da un po’ inizieremo a vedere i benefici».

Leggi anche: