Il gazometro di Roma e l’elettronica di Giorgio Moroder per l’evento Videocittà. Il musicista: «Così ho scritto Take my breath away»
400 mila punti luce che illuminano un gigantesco cilindro metallico di oltre 3mila mq di superfice e 75 metri di altezza. Un’icona mondiale della musica elettronica e delle colonne sonore con un duo di artisti tra i più attivi creatori di installazioni digitali in ambito internazionale, insieme per una delle più grandi opere immersive mai realizzate in Europa. Questa sarà Nebula, l’imponente e maestosa opera artistica firmata dai Quiet Ensemble, attrazione principale della VII edizione di Videocittà, il festival ideato da Francesco Rutelli, con la direzione creativa di Francesco Dobrovich, che indaga le frontiere più avanzate dell’audiovisivo, in programma al Gazometro di Roma dal 5 al 7 luglio. Un’installazione che sarà impreziosita dalle musiche di Giorgio Moroder, 84 anni, tre premi Oscar all’attivo, considerato il genio che con le sue sonorità futuriste ha rivoluzionato il mondo della musica dance, della musica elettronica e della musica per il cinema. Un’autentica eccellenza italiana che oggi commenta così la collaborazione con i Quiet Ensemble: «Questo progetto del Gazometro mi appassiona, l’ho visto dentro, «ho visto come funzionavano i laser e mi sono messo subito a scrivere la musica»». Genio instancabile che ha non solo attraversato, ma proprio vissuto momenti topici della cronologia della musica popolare a livello mondiale, come quando racconta dei suoi inizi, di come il suo sound fosse in qualche modo un rischio che non tutti si sarebbero presi, così certi racconti assumono dei connotati epici: «All’inizio sia io che la casa discografica non eravamo ottimisti, non eravamo sicuri di portare qualcosa di nuovo. Poi è successa quella bella cosa con Brian Eno e David Bowie: li ho raggiunti in studio a Berlino, stavano cercando un suono nuovo per l’album, io gli ho fatto ascoltare del materiale e Brian ha detto a David che potevano smettere di cercare perché il nuovo sound glielo avevo portato io». Una storia che viene voglia di indagare, così scopriamo che il brano di cui va maggiormente orgoglioso è Take My Breath Away, colonna sonora di Top Gun, Oscar per la migliore canzone nel 1987: «Mi sembra il più completo – dice – ha una certa influenza italiana, la canzone ha una grande melodia». Scopriamo anche che quando aveva 19 anni, e stava ancora in Italia, ascoltava la radio del Lussemburgo, incuriosito da suoni che andassero oltre la concezione ultramelodica della musica italiana. Musica italiana che ritiene ancora oggi molto interessante arrivando a fare nomi che non ci si aspetterebbe, pare infatti che il maestro apprezzi tanto Sfera Ebbasta, i cui brani gli sembrano, dice, più completi di quelli rap americani, e che considera anche Geolier «Bravissimo, non so quanti italiani capiscono cosa dice ma è bravissimo». Ma soprattutto scopriamo che c’è stato un momento ben preciso che, come racconta, ha rappresentato una svolta, ed è stato quando il brano di Donna Summer Love to Love You Baby, 1975, è entrato in classifica in tutto il mondo: «Avevo già delle hit in Germania, una piccola hit in America, ma il pezzo con Donna quando è entrato in classifica in tutto il mondo ho pensato “Forse ce la possiamo fare”». Nebula verrà accesa il 5 luglio, giorno di apertura del festival, alla presenza di Giorgio Moroder e dei Quiet Ensemble e sarà visitabile in tutti e tre i giorni del festival dalle 22 alle 3 di notte. Anticipa l’accensione uno speech di Andrea Moccia (fondatore di Geopop), a seguire alle 19.30 il pubblico del festival potrà seguire l’incontro fra Giorgio Moroder, Quiet Ensemble e Francesco Dobrovich, curato da Nicolas Ballario per scoprire la genesi, il processo creativo, la tecnologia utilizzata e tutti i dietro le quinte relativi all’opera.
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