Biden spiega le difficoltà nel dibattito con Trump: «Troppi viaggi, non sono stato intelligente»
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sostenuto che le sue difficoltà nel dibattito con Donald Trump siano state dovute ai troppi viaggi prima della performance. Biden ha parlato durante una raccolta fondi in Virginia e si è scusato con i donatori. Ieri la portavoce della Casa Bianca aveva detto che il presidente aveva il raffreddore. «Non sono stato intelligente. Ho deciso di viaggiare intorno al mondo un paio di volte poco prima del dibattito per non so quanti fusi orari, credo almeno 15. Non ho ascoltato il mio staff. E poi mi sono quasi addormentato sul palco», ha detto Biden. «Non è una scusa ma una spiegazione», ha aggiunto. Biden rischia di perdere finanziatori dopo la performance, anche se ha confermato di non avere intenzione di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca.
Esausto per i viaggi
Intanto il New York Times riporta le parole di alcuni funzionari, che hanno notato che il presidente è apparso sempre più confuso o svogliato, con frequente perdita del filo dei discorsi. L’81enne ha storpiato frasi, dimenticato nomi e confuso fatti. Gli errori sono sembrati diventare sempre più frequenti, più pronunciati e più preoccupanti. Nei 23 giorni che hanno preceduto il dibattito con Trump, il presidente ha attraversato due volte l’Oceano Atlantico per incontrare leader stranieri. Poi è volato dall’Italia alla California per una raccolta fondi, mantenendo un ritmo estenuante che ha spossato anche assistenti molto più giovani. Biden era così esausto per viaggi consecutivi in Europa che la sua squadra ha sospeso per due giorni la preparazione prevista per il dibattito in modo che potesse riposarsi nella sua casa a Rehoboth Beach, Delaware, prima di unirsi ai consulenti di Camp David per le prove.
I Dem chiedono il ritiro
I preparativi, che si sono svolti nell’arco di sei giorni, non sono mai iniziati prima delle 11 di mattina e al Biden è stato concesso il tempo per un pisolino pomeridiano ogni giorno, secondo una persona che ha familiarità con gli eventi. Intanto nel suo partito aumentano le voci che chiedono il suo ritiro. Jared Golden, uno dei dem più centristi al Congresso americano, prevede che il suo partito perderà la Casa Bianca in autunno. «Anche se non ho intenzione di votare per lui, Donald Trump vincerà», ha scritto Golden in un editoriale sul Bangor Daily News, giornale del Maine. L’esito delle elezioni 2024 «mi è stato chiaro per mesi», prosegue, dicendosi quindi non sorpreso. «A differenza di Biden e di molti altri, mi rifiuto di partecipare a una campagna per spaventare gli elettori con l’idea che Trump metterà fine al nostro sistema democratico», ha concluso.
L’ex ministro di Obama
Anche Julián Castro, ex ministro per l’Edilizia abitativa nell’amministrazione Obama ed ex candidato presidenziale che sfidò Joe Biden nel 2020, ha dichiarato che il presidente americano dovrebbe abbandonare la corsa, indicando la sua vice Kamala Harris come potenziale sostituta in cima alla lista democratica. Intervistato da Msnbc, Castro ha sostenuto che Biden dovrebbe «assolutamente» ritirarsi e che «un altro democratico avrebbe una possibilità migliore di battere Trump. Sì, penso che i democratici farebbero bene a trovare un candidato diverso», ha detto, facendo però solo il nome della Harris.
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