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Giancarlo Galan rivuole il vitalizio, la battaglia dell’ex governatore veneto condannato per le tangenti del Mose: «Quei soldi sono mio diritto»

03 Luglio 2024 - 13:19 Redazione
L'ex politico si è rivolto all'avvocato Paniz per avere un assegno mensile di circa 1.300 euro e ottenere 200 mila euro di arretrati

La costruzione della grande opera che sta salvando Venezia dagli allagamenti della cosiddetta “acqua alta”, il Mose, ha avuto diversi strascichi giudiziari. Tra le persone coinvolte nelle inchieste c’è l’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan: è stato condannato a 2 anni e 10 mesi per corruzione. Questione di tangenti. Dopo il patteggiamento, Galan ha perso il vitalizio che gli sarebbe spettato per l’attività politica svolta. Adesso, forte della battaglia vinta da un altro imputato nel processo per la diga, l’ex assessore Renato Chisso – che ha ottenuto la restituzione della pensione mensile e degli arretrati – Galan ha affidato un mandato allo stesso legale, l’avvocato Maurizio Paniz. Chisso, che è stato assessore ai Lavori pubblici proprio nella giunta Galan, è tornato a percepire l’assegno mensile e può disporre di oltre 336 mila euro di arretrati, già rivalutati e sommati agli interessi.

La richiesta di Galan, invece, si sostanzierebbe in circa 1.300 euro al mese. «I calcoli sono a spanne perché ancora il conteggio deve essere fatto: Galan dovrebbe aver diritto a 2.500 euro al mese di pensione» spiega Paniz al Corriere del Veneto. Alla cifra lorda vanno tolte le imposte e un quinto del totale, come quota parte della confisca da oltre due milioni di euro, decisa in patteggiamento. Si arriva così ai 1.300 euro mensili di assegno. Gli arretrati, ovvero le indennità che la Regione ha versato in dieci anni al Fondo unico di giustizia – il Fug -, ammonterebbero a 300 mila euro: al netto delle imposte e sottratto il quinto per la confisca, ma aggiunte le rivalutazioni e gli interessi, la cifra si livellerebbe sui 200 mila euro. «La pensione è un diritto – ha chiarito Paniz – che spetta a tutte le persone che hanno versato i contributi, indipendentemente dai reati che compiono».

Galan, convocato al tribunale di Padova come testimone un paio di mesi fa, aveva affermato: «Certo che chiederò quei soldi, sono un mio diritto». Paniz avrebbe già inoltrato la richiesta di svariati documenti agli uffici regionali: tali atti sarebbero necessari per portare la questione davanti al tribunale civile di Venezia e ottenere il risarcimento dei quattro quinti dei soldi versati dalla Regione al Fug, dopo la confisca subita da Galan. Un provvedimento del governo Draghi, varato ad agosto 2022, è intervenuto sulle norme della pignorabilità dei vitalizi. E seguendo il principio che equipara il vitalizio alla pensione, in vigore dal 2012, «nessuno può essere privato in toto del denaro accantonato ai fini pensionistici, il limite della confisca è del “quinto” della pensione», ricorda il Corriere.

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