Adolescenti trans e linee guida per i farmaci bloccanti: Fratelli d’Italia deposita una risoluzione per chiedere più restrizioni

Dall’introduzione di modelli alternativi al freno sui «trattamenti affermativi»: le linee di indirizzo presentate di FdI

Proseguono i lavori alla Camera per definire nuove linee guida ministeriali sui percorsi di affermazione di genere per le persone transgender, con particolare attenzione agli adolescenti. Fratelli d’Italia ha depositato una risoluzione, presentata da Maddalena Morgante, responsabile nazionale del dipartimento “Pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili” di Fratelli d’Italia, nota per le sue posizioni conservatrici e vicina al movimento Pro Vita & Famiglia.


La situazione

Attualmente, in Italia, come in gran parte dei Paesi europei, non esistono linee guida nazionali sulla questione dell’incongruenza di genere. Ci si basa principalmente sul cosiddetto «modello affermativo» delle linee guida internazionali, ovvero quelle dell’Endocrine Society (ES) e del World Professional Association for Transgender Health (WPATH), oltre alle indicazioni dell’AIFA riguardo ai farmaci. Questo approccio si basa su una visione aperta dell’identità di genere e prevede la possibilità di avviare un percorso per il riconoscimento legale e medico dell’identità di genere con cui una persona si identifica, sebbene in gran parte dei casi si rivela essere un iter lungo e tortuoso


I dubbi sui farmaci per gli adolescenti

Negli ultimi mesi, la commissione Affari sociali della Camera ha ascoltato numerosi esperti, dai medici agli avvocati e ai ricercatori. E la risoluzione di Fratelli d’Italia si basa su una di queste audizioni in particolare, quella di Marco Del Giudice, psicologo e dottore di ricerca in scienze cognitive. Del Giudice ha definito «incerti» i benefici psicologici dei farmaci bloccanti della pubertà, contrariamente a quanto sostenuto da decine di società scientifiche del settore, che li considerano «salva-vita» per gli adolescenti trans. Del Giudice ha espresso dubbi crescenti sulle «cause della disforia di genere, sui rischi e benefici della transizione, sugli effetti dei bloccanti della pubertà, sui tassi di pentimento e detransizione». Tuttavia, è importante sottolineare che la comunità scientifica non è unanime su questi punti, come emerso dalle audizioni alla Camera, che hanno mostrato visioni diverse a seconda dei dati e delle esperienze professionali di riferimento.

Le restrizioni

A fronte di queste premesse, la risoluzione di Fratelli d’Italia invita il governo a esplorare «modalità alternative al modello affermativo» e propone di considerare «restrizioni» all’applicazione dello stesso, soprattutto per i minorenni e con esplicito riferimento ai farmaci bloccanti della pubertà. Tuttavia, la risoluzione ipotizza la possibilità di permettere tali trattamenti nell’ambito di «protocolli sperimentali con adeguate procedure di controllo, randomizzazione e follow-up a lungo termine». Nelle scorse settimane, anche Forza Italia – partito che ha fatto avviare nei mesi scorsi le ispezioni al Careggi di Firenze – ha presentato una propria risoluzione, che sembra essere lievemente più moderata rispetto a quella di Fratelli d’Italia.

La risoluzione di Forza Italia

Il testo depositato dal partito di Antonio Tajani si limita a impegnare il governo a «intraprendere ogni iniziativa utile per assicurare che i percorsi di presa in carico e gestione di pazienti minori con disforia di genere avvengano nel pieno rispetto della determina AIFA e in ottemperanza alle indicazioni di miglioramento suggerite dal Ministero della Salute, prevedendo un’attenta e approfondita fase di elaborazione e riflessione al fine di giungere a una scelta matura e non predeterminata, soprattutto non condizionata da questioni ideologiche».

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