Alex Marangon: l’ayahuasca e i riti degli sciamani dietro la morte del barman nel fiume Piave

Domani l’autopsia con gli esami tossicologici. Cos’è la liana dei morti, il decotto che provoca reazioni psichedeliche e allucinogene

Alex Marangon è stato trovato morto martedì 2 luglio a Vidor nel fiume Piave. Era sparito da due giorni. Prima aveva partecipato a un rito sciamanico e si sospetta che abbia assunto l’allucinogeno ayahuasca. Domani, 5 luglio, è in programma l’autopsia del barman con gli esami tossicologici. Il cadavere è stato ritrovato incagliato in un isolotto nel greto del Piave a Ciano del Montello nel comune di Crocetta in provincia di Treviso. C’era il segno di una ferita, probabilmente causata dal morso di un animale selvatico. Il ragazzo avrebbe dovuto partecipare a un incontro privato organizzato da una ventina di persone all’Abbazia di Santa Bona. Avrebbe lasciato l’abbazia intorno alle 3 di notte in preda a una crisi, cominciando a vagare per i boschi. Poi sarebbe caduto in acqua.


Cos’è l’ayahuasca

Nel novembre scorso l’ayahuasca ha contribuito a fermare il culto di due comunità religiose a Milano. Il Tar ha detto no all’uso della sostanza nei riti religiosi. Il ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo nel 2022, inserendola nella lista delle sostanze stupefacenti. Soprannominata «liana dei morti», si tratta di un decotto che provoca reazioni di tipo psichedelico e allucinogeno. Il consumo di solito avviene in un ambiente buio. Ed è accompagnato da canti tribali che si ritiene aiutino a guidare le visioni e proteggere lo spazio spirituale dei partecipanti. Viene utilizzato in Sudamerica dagli sciamani della foresta amazzonica come medicina ma anche in tutti i loro riti.


Il colonnello Leotta della Dcsa spiega a Repubblica che «L’ayahuasca è entrato nella tabella delle sostanze psicotrope solo nel febbraio 2022 con un decreto del ministero della Salute. Negli anni abbiamo fatto piccoli sequestri, ma davvero poca roba. L’Italia non è un paese dove si consumano molti allucinogeni, il consumo nelle piazze è di cocaina e cannabis. Ma l’ayahuasca resta una sostanza dai noti effetti allucinogeni e non la si incontra per caso. Chi la consuma va incontro ai rischi di una percezione decisamente alterata della realtà. Con tutto quello che ne consegue».

Gli sciamani e la medicina psichedelica

Simepso, diretta dallo psichiatra Mauro D’Alonzo, è un’associazione che si dedica allo studio della medicina psichedelica. «Mi sono interessato dell’uso della ayahuasca andando in Amazzonia nelle comunità indigene dove viene utilizzata e preparata la sostanza, a base di liana e di una foglia» spiega al quotidiano il filosofo e viaggiatore Paolo Pecere. «Sono piante considerate sacre, usate come medicinali per curare mali fisici e psicologici», aggiunge. Nelle culture sudamericane viene somministrata anche ai bambini dallo sciamano. «È una pianta forte che può causare vomito ed enfatizza le emozioni, contribuisce a rompere dei blocchi emotivi e viene utilizzata anche per approfondire delle sfere di conoscenza. Ovviamente bisogna saperla utilizzare perché può avere effetti benefici, ma anche negativi».

La cerimonia

La cerimonia dell’ayahuasca «avviene in una comunità che la condivide e guidata dallo sciamano. Bisogna farle con cura, intervistando ogni partecipante per assicurarsi del suo stato di salute fisico ed emotivo, altrimenti si rischia che la persona venga sopraffatta dallo stato d’animo e abbia uno scompenso emotivo», conclude Pecere. Per questo si vieta di restare da soli. Proprio quello che è accaduto ad Alex Marangon. Il suo corpo aveva ferite compatibili con un trascinamento in acqua. La lesione forse è stata provocata da una volpe. Forse quando il cadavere era già in acqua. O forse proprio l’attacco di un animale selvatico potrebbe aver provocato la sua caduta. E quindi la morte.

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