Caso Visibilia, chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e il compagno Kunz. L’accusa è falso in bilancio

L’inchiesta riguarda altre 15 persone, tra le quali la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanché, il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e altre 13 persone, oltre a tre società, nell’inchiesta sul falso in bilancio sul caso Visibilia. Il filone di indagine sul dissesto dell’azienda sono state chiuse a metà aprile, ma la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio della ministra del Turismo anche per la presunta truffa ai danni dell’Inps sui fondi Covid. Su quella vicenda, che vede coinvolte Santanchè e altre due persone, tra cui Kunz, e le società Visibilia Editore e Visibilia concessionaria, è fissata l’udienza preliminare per il 9 ottobre. Per quanto riguarda l’accusa di falso in bilancio, gli inquirenti sostengono che la senatrice di Fratelli d’Italia assieme ad altri ex amministratori, consiglieri e sindaci di Visibilia Editore, tra il novembre 2014 e il dicembre 2021 avrebbe, con gli altri a vario titolo, «consapevolmente» esposto nei «bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022» fatti «materiali rilevanti non rispondenti al vero» per «un ingiusto profitto».


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