Ilaria Salis, il padre Roberto querela i giovani leghisti per lo striscione sotto casa: «Abusiva, sei la vergogna di Monza»

Il Carroccio (dei grandi) protesta. Ceccardi: «Denunciare dei giovani che si interessano alla politica è una sconfitta»

Sei giovani della Lega si presentano sotto casa della famiglia di Ilaria Salis, a Monza. Srotolano uno striscione e si fanno fotografare davanti alla scritta: «Salis abusiva, sei la vergogna di Monza». Il post, condiviso sulla pagina Instagram della giovanile monzese del Carroccio, comincia a circolare. Nel giro di pochi giorni, diventa un caso nazionale. E il padre dell’eurodeputata, Roberto Salis, decide di sporgere querela contro i ragazzi. La polemica divampa e la Lega (quella degli adulti) prende le difese della sua giovanile. Susanna Ceccardi, anche lei europarlamentare, ricondivide la foto dello striscione e scrive: «Denunciare dei giovani che si interessano alla politica è una sconfitta! Forza ragazzi, andate avanti a testa alta». Il coordinatore della Lega Giovani Lombardia, Alessandro Verri, definisce la querela di Salis un «vile atto intimidatorio». Anche Fabrizio Cecchetti, esponente di spicco lombardo, esorta i “suoi” ragazzi a «non farsi intimidire».


Non si fa attendere la replica di Roberto Salis: «Suggerisco che se desiderano evitare che i loro giovani seguaci siano esposti a subire le conseguenze previste dalle vigenti leggi, sarebbe meglio che destinassero le manifestazioni da loro organizzate nei confronti di colui o colei che ritengono debba essere oggetto delle loro attenzioni e non contro privati cittadini. E suggerisco anche ai giovani seguaci di pretendere che coloro che li espongono alle conseguenze dei loro atti li affianchino perché non è bello vedere dei politici che chiedono a degli inesperti fiancheggiatori, seppur di estrema destra, di assumersi il rischio di una denuncia stando nel loro ufficio con l’aria condizionata. È una questione di stile!».


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