Rai, respinto il ricorso di tre candidati al cda: aspettare l’udienza del Tar di ottobre. E se nel frattempo il Parlamento procedesse con le nomine?

Rizzo Nervo definisce la decisione del Consiglio di Stato «kafkiana» e si appella alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle norme europee

Una vicenda intricata in cui gli attori coinvolti sono almeno tre: il governo – o meglio, il Parlamento -, il Tar e il Consiglio di Stato. E poi ci sono i ricorrenti, che si sono rivolti all’organo più alto per la giustizia amministrativa: si tratta di Nino Rizzo Nervo, Patrizio Rossano e Stefano Rolando, tutti e tre candidati al consiglio di amministrazione della Rai. Dopo aver bussato la porta al Tar, che ha fissato l’udienza sulla questione delle nomine in Rai al 23 ottobre, hanno sollecitato il Consiglio di Stato affinché intervenisse per anticipare la decisione. Richiesta non accolta: «Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di anticipare l’udienza del Tar fissata per il 23 ottobre e destinata ad esaminare il merito della questione relativa al procedimento di nomina dei consiglieri Rai da parte del Parlamento. In particolare, il Consiglio di Stato ha ritenuto che non vi siano ragioni per anticipare il giudizio e che non vi sia “interesse a ricorrere prima delle Nomine”: infatti gli stessi ricorrenti potrebbero teoricamente essere nominati. Quindi tutto è rinviato all’udienza del Tar del 23 ottobre», si legge in una nota dei tre.


Pertanto, come chiarisce il comunicato del Consiglio di Stato, «le Camere del Parlamento possono pertanto procedere agli adempimenti previsti dalla relativa procedura in corso, alla quale i ricorrenti peraltro tuttora partecipano». Rizzo Nervo, parlando a caldo con l’Adnkronos, definisce la vicenda «kafkiana». E aggiunge: «Da una parte il Tar dice che il nostro ricorso è meritevole di essere esaminato e per questo fissa l’udienza il 23 ottobre, dall’altra il Consiglio di Stato dice che non interviene perché c’è l’udienza del Tar: non si capisce però chi garantisca che nel frattempo non avvengano le nomine». Quest’ultime, con molte probabilità, saranno fatte prima dell’udienza del Tar: i movimenti in ambiti politici sono già in corso da tempo. Ma il Consiglio di Stato, appunto, non ha ritenuto necessario sospendere l’iter delle nomine Rai, benché i ricorrenti attuali abbiano fatto notare che la procedura sarebbe in contrasto con la giurisprudenza della Corte costituzionale e con le recenti normative europee.


La delusione di Rizzo Nervo

«Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso sulla base della “mancanza di interesse”, in quanto le nomine non sono ancora avvenute. Ora, io non sono un giurista, ma una volta che le nomine sono avvenute è probabile che si dirà che è un voto politico della Camera e non si possono sindacare», prosegue Rizzo Nervo. «Un ricorso può essere o meno accolto, non è una questione di vita o di morte, ma la logica vorrebbe che, nel momento in cui il Tar afferma che il ricorso è meritevole di essere affrontato, si garantisse che nel frattempo non avvengano le nomine. Noi francamente puntavamo sul fatto che si decidesse per la sospensiva fino al 23 ottobre, la data dell’udienza di merito. La decisione è un po’ inspiegabile nel momento in cui loro stessi, tra le motivazioni, hanno indicato proprio l’udienza di merito fissata dal Tar. La sensazione è quella che non ci si sia voluti prendere nessuna responsabilità, oppure sono convinti che Camera e Senato non facciano le nomine fino al 23 ottobre, e non resta che sperare che abbiano ragione».

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