Premio Strega 2024, vince Donatella Di Pietrantonio con L’Età Fragile

Un’edizione iniziata con la polemica sugli abiti firmati: la replica degli scrittori

Primo posto Donatella Di Pietrantonio con l’Età fragile, Dario Voltolini con Invernale al secondo posto, Chiara Valerio terzo posto con Chi dice e chi tace. Questo, nella storica cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Roma, il terzetto del 78esimo Premio Strega. Sono sei i candidati che si sono contesi il prestigioso riconoscimento letterario: Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), Donatella Di Pietrantonio con L’età fragile (Einaudi), Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax), Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), Dario Voltolini con Invernale (La nave di Teseo). L’evento è stato trasmesso in diretta televisiva dalle 23:00 su Rai3. Alla conduzione è tornata per la quarta volta Geppi Cucciari, assieme a Pino Strabioli, che ha già guidato il premio letterario nel 2016 e nel 2019. «Ci sarà qualche sorpresa e tra le altre novità il ripristino dello scrutinio dal vivo per gli ultimi 100 voti con le nuove schede anonime prodotte in automatico dal sistema di voto elettronico che verranno stampate», ha fatto sapere il direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi, che ha presieduto il seggio in assenza della scrittrice premiata nella scorsa edizione, Ada d’Adamo, morta di tumore prima della finale lo scorso 1 aprile 2023.


Abiti firmati? La replica dei finalisti

Come ogni grande evento che si rispetti, anche la moda ha fatto la sua parte. Tuttavia, il fatto che gli artisti si sarebbero presentati sul palco con abiti firmati ha generato non poche polemiche. Chiara Valerio tutta Dior, Donatella di Pietrantonio con Etro, Raffaella Romagnolo con Missoni, Dario Voltolini e Paolo Di Paolo firmati Lardini e Tommaso Giartosio con Gucci. «Perché gli scrittori dovrebbero essere l’unica categoria a non indossare abiti firmati?», si chiede Di Paolo, sottolineando quella a suo avviso è un’assurdità del dibattito. «Qual è il dolo, l’errore, l’inciampo se case di moda ritengono di poter dare degli abiti al maggior premio letterario italiano? Succede ai David, agli Oscar e nessuno muove un sopracciglio. Perché solo gli scrittori dovrebbero vestirsi da soli?», aggiunge. Di Pietrantonio, dall’altra parte, la vede diversamente: «La polemica è assolutamente necessaria. Se non ci fossero stati gli stilisti, sarebbe stata sulla sciatteria. Oggi è sulla bellezza, ben venga».


Tra libri, vestiti firmati e polemiche

Anche Chiara Valerio ha detto la sua. «Dal punto di vista formale le polemiche sono iniziate il giorno della dozzina quando per uno scherzo che avevamo organizzato in chat abbiamo deciso di comprarci tutti un oggetto e Voltolini ha scelto di comprare da Tiger 12 paia di occhiali perché erano tutti uguali. Subito c’è stata l’idea che fosse stato lo sponsor e il brand a pensare agli occhiali. Quando gli stilisti si sono offerti di offrire un vestito per la serata Strega si è stabilita un’altra polemica. Quindi cosa bisogna fare?», dice la scrittrice. «C’è una bellissima pubblicità dove Jean Cocteau vende televisori per Ribet Desjardins. Che male c’è se gli scrittori usano vestiti firmati?», chiosa. Arriva, invece, una proposta un po’ provocatoria da Giartosio: «Sarebbe molto bello se nelle sfilate e competizioni di moda venissero donati dei libri». Mentre Romagnolo scherza sulla fatica che avrebbe incrociato nel dover comprare un vestito per ogni tappa del tour: «Bello che qualcuno abbia pensato a come vestirci», Voltolini, invece, sceglie il silenzio. Forse, aspetta che siano i suoi scritti a parlare per lui.

Leggi anche: