Alex Marangon, l’autopsia ribalta l’ipotesi del suicidio: sarebbe stato ammazzato con diversi colpi alla testa

In un primo momento si sospettava che il barman, dopo aver assunto sostanze allucinogene, avesse compiuto gesti autolesionistici

La festa a base di allucinogeni, l’incisione sulla pelle con il veleno di una rana amazzonica, l’assunzione dell’ayahuasca: dietro la morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon il cui corpo è stato recuperato nel Piave lo scorso 2 luglio, si erano ipotizzate diverse cause che avrebbero condotto il giovane a compiere atti autolesionistici. L’autopsia eseguita oggi – 5 luglio – sul cadavere del giovane, in realtà, cambia totalmente lo scenario per gli inquirenti. I medici hanno individuato numerose ferite sulla testa di Marangon, riconducibili – probabilmente – a delle percosse ricevute con un oggetto contundente. L’esame è stato svolto dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima. All’autopsia erano presenti anche i carabinieri, che continuano a indagare su ciò che è avvenuto durante il rituale amazzonico, svolto un’abbazia, e su cosa è accaduto a Marangon una volta che è uscito dalla struttura.


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