Antonio Scurati: «La punizione a Serena Bortone è illiberale»

Lo scrittore: l’inchiesta di Fanpage? I dirigenti di FdI sapevano dell’antisemitismo dei giovani

Lo scrittore Antonio Scurati dice che i dirigenti di Fratelli d’Italia sapevano tutto dell’antisemitismo dei loro giovani. E che nei confronti di Serena Bortone è in atto una vera e propria punizione dopo il caso del suo monologo a CheSarà. In un’intervista a La Stampa Scurati dice che «populismi e sovranismi siano una minaccia per la democrazia liberale, ma non nel senso in cui lo fu il fascismo storico e altre dittature novecentesche che apertamente proclamavano di abbattere la democrazia. Mentre questi movimenti si muovono e continueranno a muoversi all’interno delle regole del gioco democratico, animate però da una visione che in alcuni punti confligge con la democrazia di tipo liberale».


L’inchiesta di Fanpage

Scurati dice che l’inchiesta di Fanpage non è una sorpresa: «Chi studia, conosce, analizza il retroterra storico e il substrato antropologico di Fratelli d’Italia sapeva e sa ciò che l’inchiesta di Fanpage ha rivelato. Cioè che da un lato non sono mai stati recisi i legami di memoria, di discendenza storico-culturale dal passato fascista e dall’altro c’è un sottobosco ma nemmeno tanto nascosto di giovani dirigenti, che siccome in alto quei legami non sono mai stati recisi, ripeto, legami di storia e memoria e identità, in basso o in maniera che potrebbe apparire grottesca e maldestra, ma comunque non meno orribile per questo, praticano simboli, riti, pregiudizi inveterati che riportano non solo e non tanto al fascismo storico, ma quanto al nazifascismo».


Il monologo

Mentre sul suo monologo dice che poneva «alla presidente del Consiglio e alla sua classe dirigente una questione di tipo storico-culturale: il fatto che si ostinassero a non riconoscere nell’antifascismo un valore fondante della Costituzione, della Repubblica e che eludessero sistematicamente il tema urgente di una netta rescissione dei legami storico-ideologici con la storia novecentesca. Adesso, quando si affrettano a espellere dal partito questi elementi che manifestano apertamente l’antisemitismo, dovrebbero assumersi le loro responsabilità, perché l’una cosa è collegata all’altra».

Serena Bortone

Sulla punizione di 6 giorni inflitta a Serena Bortone «posso dire che è sicuramente una forma di avversione, di punizione, da parte della Rai, che dovrebbe essere la nostra principale azienda culturale, di un suo professionista di indubbia capacità, che ha lamentato una limitazione della sua libertà di informazione. È sintomo di una tendenza fortemente illiberale che secondo me è visibile, una tendenza generale nel paese da parte di chi ci governa. Si manifesta in questo caso, come in tanti altri, una tendenza che dovrebbe inquietare chiunque abbia a cuore la democrazia liberale e che è di grave danno anche per l’azione del governo, soprattutto a livello internazionale».

La speranza

Infine, la sua speranza: «Io auspico che la classe dirigente che ci governa, che proviene da quella storia e che dice di aver chiuso i conti con quella storia anche se non l’ha mai fatto in una riflessione aperta, pubblica, condivisa, si discosti finalmente, cambi rotta. Perché se c’è veramente l’intenzione di innalzarsi al ruolo storico, di statista e non di capo di fazione o di partito da parte della presidente del Consiglio e del suo entourage, questa quest’astiosa, persecutoria, aggressiva attitudine nei confronti dei critici, degli antagonisti culturali e politici è veramente insopportabile».

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