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Selvaggia Lucarelli su Chico Forti: «Sicari contro di me? È il suo modus operandi». Poi l’attacco a Meloni

05 Luglio 2024 - 23:01 Redazione
La giornalista, insieme al direttore Marco Travaglio, sarebbe stata oggetto di minacce, in carcere, da parte del detenuto estradato dagli Stati Uniti

Dopo essere stato accolto tra gli onori che, solitamente, non sono offerti ai condannati per omicidio, si riaccendono i riflettori sulla vicenda di Enrico “Chico” Forti. Secondo un detenuto del suo stesso carcere, pare che l’ergastolano estradato dagli Stati Uniti abbia cercato di reclutare qualcuno, tra la ‘Ndrangheta, per «mettere a tacere» Marco TravaglioSelvaggia Lucarelli e una terza persona in cambio di «futuri favori». La procura di Verona ha aperto un fascicolo, Forti ha smentito ogni accusa. Intanto, attraverso un’intervista a La Stampa, Lucarelli ha raccontato cosa ha provato dopo aver appreso la notizia. A uno «choc iniziale» è seguita la richiesta di un intervento di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio si era fatta fotografare insieme a Forti, al rientro in Italia. Un’immagine che costituisce un inedito per gli inquilini di Palazzo Chigi: nessun predecessore si era mai fatto immortalare insieme a un ergastolano, nell’esercizio delle sue funzioni, per celebrarne il trasferimento da un carcere straniero a uno italiano.

L’attacco a Meloni

Ed è per questo che Lucarelli ha invitato Meloni a prendere posizione sulle presunte minacce: «Non ho ancora sentito una parola di commento sulla vicenda da parte della presidente del Consiglio. Io ora sono a Spoleto, domani – 6 luglio – rientro a Milano e spero che quanto meno la premier venga ad accogliermi al casello autostradale, considerato che a Forti, condannato per omicidio, è andata a riceverlo in pompa magna all’aeroporto quando è tornato in Italia dall’America. Credo che occorra davvero una riflessione sulla tv becera del complottismo che va a braccetto con la politica della destra italiana». A questo punto, Lucarelli ha fornito un’interpretazione del caso Forti in relazione al bacino elettorale meloniano: «La destra cerca elettori in un popolino ignorante che crede a qualsiasi teoria del complotto. Sia quello per cui Forti è ritenuto colpevole mentre sarebbe innocente, sia quello sull’innocenza di due assassini come Rosa e Olindo e su tutte le teorie strampalate dei no vax. Ho l’impressione che Meloni stia strizzando l’occhio a quell’elettorato, tanto più che di Forti non aveva mai parlato. E l’accoglienza di Forti all’aeroporto è stata un’azione simbolica nella direzione del complottismo».

Il precedente

Tornando invece alla questione che la riguarda direttamente, Lucarelli si è affidata alla magistratura che sta già investigando sull’eventuali manovre, in carcere, di Forti. «Le indagini accerteranno la verità, ma a parte il fatto che non vedo la ragione per cui dovrebbero inventare una storia del genere, è bizzarra la circostanza che essi rivelino un modus operandi di Forti, emerso durante le indagini americane e che pochi conoscono». E ha ricordato un episodio della vicenda giudiziaria statunitense: «Durante il processo un informatore della polizia americana, esperto di arti marziali, rivelò che Chico Forti anni prima, ignaro della sua collaborazione con la polizia, gli aveva chiesto di trovare un sicario per far fuori un avvocato di Miami che stava intralciando i suoi affari. Ora Forti ripete lo schema e vuole ingaggiare la ‘ndrangheta contro me e Travaglio. Di fatto è lo stesso modus operandi, di cui non credo i due detenuti fossero a conoscenza».

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