Elezioni in Gran Bretagna, chi ha vinto e chi ha perso: il trionfo del Labour, la disfatta dei Tories, il ritorno di Farage

Affluenza ai minimi dal 2005 e ritorno dell’estrema destra. Il Regno Unito svolta a sinistra e punisce i conservatori

La vittoria schiacciante dei laburisti. Ma anche l’affluenza ai minimi dal 2005. E il ritorno dell’estrema destra in Parlamento. Con Nigel Farage che viene eletto per la prima volta deputato dopo sette fallimenti. Il voto in Gran Bretagna ha un verdetto chiaro: Keir Starmer si prepara a entrare a Downing Street, mettendo fine a 14 anni di governi conservatori. «Un’onda anomala» secondo i quotidiani britannici. Ma se la sconfitta dei Tories era nell’aria, una disfatta come questa ha qualcosa di storico. Le crisi, la Brexit, l’inflazione e il valzer di primi ministri negli ultimi anni non hanno giovato agli eredi di Margareth Thatcher. Secondo le ultime proiezioni i laburisti ottengono 410 seggi su 650 della Camera dei Comuni. 131 i deputati conservatori. Mentre il partito anti-immigrazione e anti-sistema Reform UK dovrebbe ottenere 13 seggi. 61 i deputati dei Liberaldemocratici.


Il voto in GB

Il risultato del Labour è appena sotto quello storico di Tony Blair nel 1997, che ottenne 418 deputati. Mentre per i conservatori di Rishi Sunak è il peggior risultato dall’inizio del XX Secolo. Mentre negli Stati Uniti Donald Trump trionfa nei sondaggi e in Francia il partito di Marine Le Pen si avvia ad avere la maggioranza dell’Assemblea Nazionale, la Gran Bretagna ha scelto Keir Starmer. Ovvero un leader moderato di centrosinistra, già avvocato per i diritti umani, di 61 anni. Carlo III lo incaricherà di formare un nuovo governo. Farage invece ha accolto con favore l’inizio di una «rivolta contro l’establishment», mentre in Scozia perdono male gli indipendentisti del Partito Nazionale Scozzese, che hanno vinto solo 10 dei 57 collegi in palio. Starmer durante la campagna elettorale ha sottolineato le origini modeste: la madre era infermiera e il padre attrezzista.


Keir Starmer

In contrasto con l’avversario multimilionari Sunak, quinto primo ministro conservatore dal 2010, che dopo gli scandali di Boris Johnson e gli errori di Liz Truss non è riuscito ad alzare l’asticella del gradimento dell’opinione pubblica nei confronti dei Tories. Starmer vuole rilanciare la crescita, ripristinare i servizi pubblici, rafforzare i diritti dei lavoratori, ridurre l’immigrazione e riavvicinare il Regno Unito all’Unione Europea, senza passi indietro sulla Brexit. Secondo John Curtice, guru dei sondaggi della Bbc, la valanga di seggi attribuita al Labour non corrisponde a un’analoga valanga di suffragi, Che risultano aumentare in effetti di poco rispetto alla disfatta del 2019 e rimanere sotto il risultato ottenuto sotto la leadership radicale di Jeremy Corbyn nel 2017. La conclusione di Curtice è netta: «Questa elezione, a dispetto delle dimensioni della super maggioranza pronosticata in Parlamento al partito di Starmer, è stata persa più dai conservatori che non vinta dai laburisti».

Jeremy Corbyn e l’estrema destra

Farage è stato eletto all’ottavo tentativo. Il leader della destra populista di Reform UK ha stravinto nel collegio di Clacton-on-Sea, strappato al Partito conservatore di Rishi Sunak. Nel discorso di vittoria ha rilanciato la sfida a destra ai Tory, esaltando il risultato del suo partito – in grande ascesa anche nel voto proporzionale nazionale – non senza rivolgere un baldanzoso avvertimento al Labour di Keir Starmer, vincitore delle elezioni. «Non c’è alcun entusiasmo per Starmer – ha tuonato -, presto il suo governo avrà problemi e Reform gli sarà addosso». Corbyn è stato invece rieletto deputato nel collegio di Islington North a Londra, da candidato indipendente, dopo essere stato espulso dal Labour . Deputato in quel collegio da 41 anni, ha superato il nuovo candidato ufficiale laburista di quasi 8000 voti.

Le sconfitte eccellenti

Il ministro della Difesa conservatore Grant Shapps ha perso ufficialmente il suo seggio di deputato nel collegio di Welwyn Hartfield a beneficio del laburista Andrew Lewin, come altri membri del governo di Rishi Sunak. Si tratta di un cosiddetto ‘Portillo Moment’, una bocciatura elettorale di spicco e imprevista, nel ricordo di quella che mise fine alla carriera di un altro ministro della Difesa Tory, Michael Portillo, considerato una stella nascente del partito al tramonto dell’era di John Major.

«Scelte difficili»

Rachel Reeves, prima donna destinata secondo le previsioni a ricoprire la carica di cancelliera dello Scacchiere del Regno (ministra delle Finanze e del Tesoro), nel suo discorso di vittoria nel collegio di deputata a Leeds ha detto che il futuro governo sarà chiamato a fare “scelte difficili” per il futuro del paese. E in particolare per rilanciare l’economia e il livello di vita delle persone. Reeves ha esaltato la leadership di Starmer alla guida di un «Labour cambiato». Indicando fra i compiti del prossimo governo quelli di «voltare pagina, mettere fine al caos» imputato all’eredità Tory. E «ricostruire il paese» all’insegna dello slogan «prima il paese, poi il partito».

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