Dai fischi di Sangiuliano al caso Scurati: tutte le frecciatine (al governo) di Geppi Cucciari al Premio Strega – Il video
Battute, frecciatine, satira. Geppi Cucciari non ne ha risparmiata neanche una al governo Meloni durante la serata di ieri dedicata al Premio Strega, conquistato dalla scrittrice Donatella di Pietrantonio con il romanzo l’età fragile. Dopo l’imbarazzante figura dello scorso anno, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano quest’anno ha scelto all’ultimo di non presentarsi. Non è stato, tuttavia, sufficiente a frenare l’ilarità della comica. Non a caso, a inizio serata ha scelto di scaldare il pubblico dicendo: «Applaudite, siamo in diretta, non si possono coprire i fischi! Applaudite fortissimo». Il riferimento è ai fischi che Sangiuliano ha ricevuto durante il Taobuk Festival di Taormina. Fischi che sono stati opportunamente coperti da applausi nelle immagini andate in onda su Rai1.
July 5, 2024
La frecciatina sul conduttore
Non è mancato poi un pizzico di amarezza durante la presentazione del suo co-conduttore Pino Strabioli. «Hanno pensato che una conduttrice sebbene bella, preparata, impertinente, colta, multisfaccettata, non era abbastanza per i miliardi di telespettatori in ascolto. Ne serviva un altro: simpatico, competente, dotto, soprattutto che avesse una bella voce. Allora dai piani alti è arrivata questa proposta, ci mettiamo Pino. Io ho detto: va bene se ti chiami Pino in Rai va sempre bene», ha ironizzato Cucciari.
Da Scurati al siparietto con Mollicone
Non è passato in sordina anche il caso dello scrittore Antonio Scurati e il suo monologo di cui la Rai è stata accusata di censura lo scorso 25 aprile, festa della Liberazione. Durante la serata, Pino Strabioli ha ricordato di aver già condotto il programma in passato, tra cui in un’edizione in cui vinse proprio Scurati. «Hai detto Scurati? La tua serata finisce qua», ha replicato Cucciari. Tra i presenti anche Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura, protagonista anch’esso di un siparietto con Cucciari. «Guardi, veramente. Una domanda a piacere, faccia lei. Non la interrogo. Di cosa vuole parlare? Dica quello che vuole. Una cosa a piacere… i confini dell’Umbria». Per poi concludere: «Lasciamoci così, è andato tutto bene. Levagli il microfono… Non si sa mai. Grazie Federico, lo dico ad alta voce. E non ho aggiunto quello che ho pensato».
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