Regno Unito, il primo ministro Rishi Sunak si dimette. Keir Starmer riceve il mandato a formare un nuovo esecutivo

L’incontro con re Carlo III a Buckingham Palace sancisce il nuovo corso di Downing Street

Il leader laburista Keir Starmer, dopo il successo riscosso alle ultime elezioni in Regno Unito, ha ricevuto ufficialmente da re Carlo III, in veste di capo di Stato, il mandato a formare il nuovo governo britannico. L’atto formale, automatico nel sistema del Regno Unito, è stato sancito nel tradizionale faccia a faccia tra i due a Buckingham Palace. Il palazzo ha diffuso le immagini della stretta di mano fra il sovrano è il nuovo primo ministro del governo di Sua Maestà. «Ricostruiremo la Gran Bretagna mattone dopo mattone, ha dichiarato il laburista. Ricostruire il Paese» e la sua economia, all’insegna di «confini sicuri, di più sicurezza nelle strade», più risorse al sistema sanitario nazionale (Nhs), «rispetto per la dignità di tutti, opportunità dalle fonti di energia verdi». Nel suo primo discorso alla nazione da premier il leader ha infine precisato: «Con umiltà e rispetto vi chiedo di unirvi dietro questo governo di servizio per rinnovare il Paese. Una grande nazione, una nazione coraggiosa» davanti a un mondo sempre più «volatile».


Poco prima il leader conservatore uscente Rishi Sunak ha rassegnato le sue dimissioni da primo ministro britannico in un incontro con re Carlo III a Buckingham Palace durato circa 30 minuti. Le dimissioni arrivano dopo la vittoria schiacciante dei laburisti alle ultime elezioni. In precedenza re Carlo III, salito sul trono l’8 settembre 2022 dopo la morte della regina Elisabetta, aveva ricevuto le dimissioni di Liz Truss, che aveva lasciato la guida del governo Tory dopo soli 50 giorni nell’ottobre 2022, per poi incaricare Sunak della formazione di un nuovo esecutivo. Secondo le ultime proiezioni i laburisti avrebbero ottenuto 410 seggi su 650 della Camera dei Comuni, 131 i deputati conservatori. Il partito anti-immigrazione e anti-sistema Reform UK dovrebbe ottenere 13 seggi e invece saranno 61 i deputati eletti tra i Liberaldemocratici.


L’addio di Sunak a Downing Street: «Mi dispiace e mi prendo tutta la responsabilità della sconfitta»

Rishi Sunak a Downing Street ha dichiarato: «Mi dispiace e mi prendo tutta la responsabilità della sconfitta». Ha annunciato che si dimetterà da leader dei conservatori ma non subito. «Credo che questo Paese sia più sicuro – ha aggiunto – più forte e più protetto rispetto a 20 mesi fa e che sia più prospero, più equo e più resistente rispetto al 2010. Pur essendo stato il mio avversario politico, Sir Keir Starmer diventerà a breve il nostro primo ministro. In questo lavoro i suoi successi saranno tutti i nostri successi e auguro a lui e alla sua famiglia ogni bene. A prescindere dalle nostre divergenze in questa campagna, è un uomo onesto e animato da uno spirito di servizio che rispetto. Lui e la sua famiglia meritano la nostra migliore comprensione mentre compiono l’enorme transizione verso la loro nuova vita dietro questa porta e mentre lui è alle prese con il più impegnativo dei lavori in un mondo sempre più instabile. Vorrei ringraziare i miei colleghi, il mio Gabinetto, il Servizio Civile, specialmente qui a Downing Street, il team di Chequers, il mio staff, il CCHQ, ma soprattutto vorrei esprimere la mia gratitudine a nostra moglie Akshata e alle nostre bellissime figlie. Non le ringrazierò mai abbastanza per i sacrifici che hanno fatto affinché io potessi servire il nostro Paese». E infine: «Una delle cose più straordinarie della Gran Bretagna è che due generazioni dopo che i miei nonni erano venuti qui con poco, io sono diventato Primo Ministro e ho potuto guardare le mie due giovani figlie accendere le candele di Diwali sui gradini di Downing Street. Dobbiamo rimanere fedeli a quell’idea di chi siamo, a quell’idea di gentilezza, decenza e tolleranza che è sempre stata la via britannica». «Questo – ha detto concludendo Sunak – è il miglior Paese del mondo ed è interamente merito vostro, del popolo britannico, la vera fonte di tutti i nostri successi, della nostra forza e della nostra grandezza. Grazie».

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