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Marangon, parla l’organizzatore della festa sciamanica: «Ho paura, non faccio altro che pensare ad Alex»

06 Luglio 2024 - 11:58 Alba Romano
Alex Marangon
Alex Marangon
«Sono in una situazione incredibile: non ho mai visto un tribunale, non conosco la giustizia. Mi viene da piangere», ha raccontato a "La Tribuna" di Treviso

«Sono sconvolto, non faccio che pensare ad Alex». A dirlo, in una lunga intervista a La Tribuna di Treviso, è Andrea Zuin, l’organizzatore della serata all’abbazia di Vidor alla quale aveva partecipato anche Marangon, il barman 25enne di Marcon morto per dei colpi alla testa e poi finito nel fiume Piave dove il suo corpo è stato trovato il 2 luglio su un isolotto a Ciano del Montello. Zuin, diplomato in chitarra al conservatorio, una tesi all’università in etnomusicologia e autore di “musica di medicina”, non si capacita «di cosa possa essere successo» al giovane. «Sono in una situazione incredibile – ha sottolineato -. Non ho mai visto un tribunale, non conosco la giustizia. Mi viene da piangere per tutto quello che è successo ad Alex».

Dietro la morte del 25enne si erano ipotizzate diverse cause: la festa a base di allucinogeni, l’incisione sulla pelle con il veleno di una rana amazzonica, l’assunzione dell’ayahuasca. Ma l’autopsia eseguita ieri, venerdì 5 luglio, ha cambiato totalmente lo scenario per gli inquirenti. Dal referto è, infatti, emerso che sono state individuate numerose ferite alla testa, verosimilmente provocate da un oggetto contundente. «Non so neanche se sia un incubo o una maledizione o la realtà», ha detto Zuin. Alex, che a Vidor era andato con un conoscente dicendo che si recava ad una festa, era scomparso il 30 giugno e ritrovato privo di vita due giorni dopo. Secondo alcuni testimoni, era stato visto allontanarsi dall’abbazia verso il Piave seguito da due persone che erano al raduno. I due, però, hanno detto di aver desistito nel seguirlo tornando sui loro passi. L’autopsia, comunque, non è conclusa. Ci sono da valutare tutti gli aspetti tossicologici.

L’ipotesi della morte violenza, ipotizzata dai medici, ha inferto un ulteriore duro colpo all’organizzatore della cerimonia: «Ma qui nessuno ha ucciso nessuno», ha sottolineato. «Non ho mai visto un tribunale, credo che interpellerò un amico avvocato perché mi assista se mi chiederanno conto di qualcosa. Ma non ho commesso nulla di male, di questo ne sono convinto. Il punto – ha continuato nell’intervista – è che non avendo mai fatto male a nessuno in vita mia, non so neppure a chi affidarmi e come comportarmi». Di quella sera, però, Zuin non vuole parlare: lo farà con chi ne chiederà conto. «Ieri sera ho suonato in ricordo di Alex, ho il cuore a pezzi ma – ha concluso – non ho responsabilità».

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